GALLIPOLI (Lecce) – Otto tifosi dell’Asd Gallipoli sotto processo per gli insulti sessisti durante una partita all’indirizzo della presidente del Gallipoli Football, Paola Vella. Cori del tipo: “Quella bionda là fa la pornostar” accompagnati da uno striscione che recitava “Vella, lavati la bocca”. Un decreto di citazione diretta a giudizio è stato emesso dal pm Luigi Mastroniani a carico dei supporters gallipolini accusati di diffamazione aggravata. Paola Vella è la presidente del Gallipoli Football 1909, una delle due squadre della città insieme all’Asd Gallipoli: entrambe militano nel campionato di Eccellenza.
Il 20 febbraio del 2022 allo stadio “Antonio Bianco” era in programma il match tra l’Asd Gallipoli e lo Spartan Legend Ginosa. Durante la gara direttamente dalla curva della squadra di casa si alzarono dei cori contro Vella di chiara impronta sessista, fino alla comparsa, sui gradoni, dello striscione. La presidente non era allo stadio ma le voci su quanto accaduto arrivarono alle sue orecchie nelle ore immediatamente successive. “Offesa – come riportato nella denuncia per il tramite dell’avvocato Arcangelo Corvaglia – nel profondo della dignità di donna, madre, moglie, professionista e sportiva”.
“Non è possibile – commentava la Vella – che ancora oggi una donna venga sommersa di insulti sessisti ed epiteti ingiuriosi per il solo fatto di essere una donna in un ambiente prettamente maschile né ritengo sia possibile far finta di nulla e andare oltre un fatto che mi ha segnato profondamente e che ha minato anche la tranquillità e la serenità della mia famiglia e dei miei affetti per fatti talmente incresciosi che non dovrebbero mai verificarsi né in un campo di calcio né in nessun altro luogo”.
Dopo la denuncia sono scattate le indagini; gli agenti del Commissariato di Gallipoli hanno così identificato i presunti responsabili dei cori e dello striscione già raggiunti da un Daspo. A difendere gli imputati, ci penseranno gli avvocati Fabio Vincenti e Pompeo Demitri. L’inizio del processo è fissato per il 10 novembre davanti alla giudice monocratica della prima sezione penale, Giovanna Piazzalunga.