In una recente ricerca, svolta a Lecce presso gli archivi del Liceo classico “Giuseppe Palmieri”, mi sono imbattuto in un voluminoso registro recante la votazione assegnata, nell’ultimo anno di liceo, all’allievo Ennio De Giorgi.
Tra i vari voti dello scrutinio finale, nel terzo trimestre del 1946, gli fu assegnato “dieci” in Lettere italiane e “nove” in Matematica, Fisica, Storia e Filosofia.
Devo confessare che quel “Nove” in matematica e filosofia mi ha sorpreso non poco, atteso che Ennio De Giorgi sarà destinato ad essere uno degli astri della matematica mondiale, dal penetrante acume filosofico.
Nato a Lecce l’8 febbraio del 1928, dopo la maturità nel Liceo “Palmieri”, compì gli studi universitari a Roma dove, allievo di Mauro Picone, iniziò la carriera accademica.
Giovanissimo, vinse il concorso a cattedra e gli fu assegnata la sede di Messina, presso cui prese servizio il 15 dicembre 1958, iniziando in quell’Ateneo il suo insegnamento. Vi restò un anno e, poco più che trentenne, gli venne affidata la prestigiosa cattedra di Analisi matematica della Scuola Normale Superiore di Pisa.
Venerato dai suoi allievi e punto di riferimento nella comunità dei matematici nel mondo, Ennio De Giorgi, uomo dalla grande fede religiosa e dallo spirito non competitivo, ha tramandato non solo straordinarie soluzioni e congetture matematiche ma anche riflessioni dal profondo significato filosofico, raccolte nel volume “Riflessioni su matematica e sapienza”, curato da Antonio Marino e Carlo Sbordone, pubblicato tra i ”Quaderni dell’Accademia Pontaniana“, vol. 18, Napoli, 1996.
Il testo consente di cogliere i rapporti fra la matematica, la logica, l’informatica, la filosofia, la religione e le altre espressioni dello spirito umano, oggetto del costante interesse di Ennio De Giorgi, sovente fonte di ispirazione per la sua stessa ricerca scientifica.
In quel volume sono raccolti suoi scritti e colloqui che delineano la personalità dell’uomo e dello scienziato che segnò una tappa fondamentale nella storia della scienza. Egli, colonna portante della matematica del secolo scorso, tracciò, con le sue intuizioni, sentieri che ancora illuminano il cammino di tanti ricercatori.
L’incontro tra il De Giorgi, giovanissimo studioso ed il Prof. Renato Caccioppoli, in un seminario del 1953 a Roma, rimase celebre. Al termine di quel seminario, chiese la parola il giovanissimo Ennio che intervenne con il suo eloquio abituale. Caccioppoli, nelle sue risposte, sapeva essere assai tagliente ma non accadde in quella circostanza.
Prima di affrontare l’aspetto matematico della risposta, Caccioppoli citò una frase di Andrè Gide:” Non c’è nulla di più barbaro di uno spirito puro“. Poi, rivolto al giovane assistente che aveva osato prendere la parola, disse:”Mi sembra che Lei sia un’eccezione“.
De Giorgi divenne famoso, in ambito internazionale, quando, nel 1957, a soli 28 anni, risolse il 19° problema di Hilbert, alla cui soluzione si erano dedicati per oltre mezzo secolo i più importanti studiosi di matematica. L’8 agosto 1900 nella sua conferenza al Congresso internazionale dei matematici, svoltosi a Parigi, Hilbert aveva proposto una lista di 23 problemi irrisolti. De Giorgi risolse il 19° battendo sul tempo John Nash, poi premio Nobel per l’economia e protagonista del film ” A beautiful Mind“, interpretato magistralmente da Russell Crowe.
Lo scienziato leccese fu un intellettuale impegnato e militante al servizio della persona e dei gruppi etnici e religiosi perseguitati, di tutti coloro a cui venivano negati i diritti che considerava imprescindibili.
Nel 1966 diede testimonianza del suo impegno umanitario quando accettò di tenere corsi di Analisi Matematica presso l’Università dell’Asmara. Appena di ritorno da un viaggio negli Stati Uniti, in cui era stato ospitato, con ogni onore, da prestigiose Università come New York, Stanford e Berkeley, non esitò a recarsi in Africa per insegnare i fondamenti della matematica a studenti che vivevano in una condizione di assoluto disagio.
Per diversi anni insegnò in Etiopia, recandosi per un mese all’anno ad Asmara. Contribuì alla (ri)fondazione di Amnesty International in Italia, istituendo la sezione pisana della stessa Associazione. Sostenne numerose battaglie a sostegno dei diritti umani, come quelle per i matematici Leonid Plyushch nell’ex Unione Sovietica e José Luis Massera in Uruguay. Si batté a lungo in difesa della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, approvata dall’ONU il 10 dicembre 1948, menzionata frequentemente nelle sue conferenze all’Accademia Pontificia e all’Accademia dei Lincei.
Tanto grande era l’apprezzamento per la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo, che aveva proposto che essa fosse incorporata nella Costituzione della Repubblica italiana, come sua parte integrante, e che il suo testo fosse distribuito gratuitamente agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Ricordava spesso l’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che ” non si limita a raccomandare la tolleranza, ma chiede comprensione e amicizia“. ” Penso“, aggiungeva, ” che comprensione e amicizia siano virtù molto più grandi della semplice tolleranza“.
Nelle sue parole, spesso profetiche, era facile riconoscere la preoccupazione verso il rafforzamento degli estremismi ed il sincero desiderio di incentivare, in tutti i modi, il senso del dialogo.
Fu socio, tra le altre, dell’Accademia Nazionale dei Lincei, della Pontificia Accademia delle Scienze e, dal 1995, dell’Académie des Sciences e della National Academy of Sciences degli Stati Uniti. Ricevette numerosi e prestigiosi premi e riconoscimenti, tra i quali, nel 1960, il Premio Caccioppoli dell’Unione Matematica Italiana; nel 1973, il Premio Presidente della Repubblica dall’Accademia dei Lincei; nel 1983, la laurea honoris causa dalla Sorbonne di Parigi; nel 1990, a Tel Aviv, il Premio Wolf, assegnato dall’omonima Fondazione.
Anche l’Università di Lecce, che gli aveva intitolato il Dipartimento di Matematica, il 28 febbraio del 1992 conferì al De Giorgi la laurea honoris, in filosofia.
Giorgio Salvini, Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei dal 1990 al 1994 era solito dire: ” I matematici dicevano che loro parlavano con gli uomini, Ennio De Giorgi parlava con Dio“.
Per quanti fossero interessati a meglio approfondire la figura dello scienziato e dell’uomo, vien facile citare nella varia letteratura, senza alcuna pretesa di completezza, la dettagliata monografia di Andrea Parlangeli, Uno spirito puro. Ennio De Giorgi, Genio della matematica, Milella, 2016; Ennio De Giorgi, Pensieri, a cura di Andrea Parlangeli, Milella, 2022. Ed ancora, Ennio De Giorgi tra Scienza e Fede, a cura di Diego Pallara e Mario Spedicato, Edipan, 2007; Scripta volant, verba manent. Ennio De Giorgi matematico e filosofo, con saggi di Luigi Ambrosio, Marco Forti, Antonio Marino e Sergio Spagnolo, Edizioni ETS, 2008; Sandra Lucente, Il matematico a servizio della Sapienza, in A.A.V.V., Mezzogiorno di Scienza. Ritratti d’autore di grandi scienziati del Sud, a cura di Pietro Greco, Dedalo, 2020.