“La scuola invisibile”, il nuovo libro del prof A. Leonardo Bianchi

“La scuola Invisibile” (Edizioni Stamen) è il nuovo volume scritto dal prof. A. L. Bianchi, giornalista e docente di psicologia, con Prefazione di M. Villanova[1] e Postfazione di L. Quarta[2]. Il libro è stato ufficialmente presentato il 28 marzo scorso a porte aperte, presso le Scuderie Bianche (Palazzo Marchesale) a Matino. Ospiti d’eccezione il sindaco Dott. G. Toma, l’Assessore alla cultura Dott.ssa L. Barone, il Dirigente dell’I.C. di Taviano Ing. Ivano De Luca, la giornalista Federica Sabato e l’ing. L. Quarta, Consulente presso il Ministero di Giustizia.

Il pregevole testo rappresenta una valida risorsa e strumento di supporto per docenti e genitori nella comprensione del dilagante e preoccupante fenomeno del bullismo e cyberbullismo. E. De Amicis, nel libro “Cuore”, descrive una perfetta caratterizzazione stereotipica del bullo: “Trema davanti a Garrone, e picchia il muratorino perché è piccolo; tormenta Crossi perché ha il braccio morto; schernisce Precossi, che tutti rispettano; burla perfino Robetti, quello della seconda, che cammina con le stampelle per aver salvato un bambino”.

Per contrastare il fenomeno, il prof. Bianchi suggerisce azioni sinergiche tra le agenzie educative e un approccio sistemico, come la gestione delle emozioni, lo sviluppo dell’empatia e il potenziamento dell’autostima. La scuola rappresenta un contesto di osservazione per eccellenza nonché, una comunità di supporto alla genitorialità, una palestra di apprendimento inclusivo e rispettoso. Essere attenti ai vissuti emotivi dei ragazzi, ponendosi in ascolto dei loro bisogni, rappresenta il primo ed importante passo di prevenzione. L’espressione “La Scuola Invisibile”, coniata dall’autore, allude proprio al carattere sommerso e sfuggente alla percezione di un adulto meno attento, che determina conseguenze profonde e, talvolta, difficilmente reversibili. La panoramica degli argomenti trattati nel volume è ampia ed articolata e riguarda tematiche di grande attualità ed utilità formativa.

Nel primo capitolo, l’autore indaga gli scenari di bullismo come espressione di dinamiche di potere non estemporanee, ma consolidate nel tempo, spesso alimentate dall’indifferenza del contesto. Il bullismo non semplicemente come fenomeno individuale, ma come espressione evidente di relazioni allargate distopiche e sbilanciate tra pari, convalidate da un sistema sociale di legittimazione della sopraffazione. Ne scaturisce l’impellenza di strategie educative fattive e condivise di intervento e ridimensionamento tempestivo.

Nel secondo capitolo, Bianchi esamina il ruolo degli insegnanti e del personale educativo, che insieme ai genitori, rappresentano i primi “allenatori emotivi”, attori fondamentali nella prevenzione e nella gestione del bullismo. Cosa dovrebbe fare un docente? Quali azioni dovrebbe attivare concretamente per arginare il fenomeno?

Il terzo capitolo solleva la necessità di una alfabetizzazione emotiva per riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni, sviluppando allo stesso tempo una maggiore capacità di ascolto autentico e di empatia nei confronti degli altri. Il bagaglio emotivo individuale deriva non dagli accadimenti vissuti, ma dalla loro interpretazione personale. L’invito dell’autore alla comunità educante è, quindi, l’attivazione di percorsi finalizzati alla compensazione dell’anaffettività digitale, all’interno di un condiviso, comune e univoco quadro etico di riferimento.

Il ruolo della famiglia e della comunità nella prevenzione del bullismo è esaminato in modo dettagliato nel capitolo successivo. Il contesto familiare e sociale è essenziale nel plasmare atteggiamenti e comportamenti relazionali nei giovani. Un’educazione familiare che incoraggi la comunicazione, la gestione delle emozioni e il rispetto delle differenze rappresenta un fattore protettivo. Allo stesso modo, la comunità, grazie al coinvolgimento di associazioni, servizi sociali e istituzioni, può contribuire a creare una rete di supporto che impedisca l’isolamento delle vittime e promuova un senso di responsabilità collettiva.  Il volume si conclude con una interessante ed attuale indagine sulle conseguenze pervasive e profonde, cicatrici spesso irreversibili per tutti gli attori coinvolti. I bulli rischiano di consolidare modelli relazionali basati sull’aggressività, che possono sfociare in comportamenti antisociali e delinquenziali. Non è esente da ricadute psicologiche anche chi assiste al fenomeno senza intervenire: il rischio è l’interiorizzazione di un senso di impotenza o, perfino, la normalizzazione della stessa violenza. Gottmann, nel testo “Intelligenza emotiva per un figlio” esprime con chiarezza una grande verità:

“Quando i genitori offrono empatia ai loro figli e, parallelamente, quando gli insegnanti offrono empatia ai loro alunni, li stanno aiutando a saper affrontare sentimenti negativi come la collera, la tristezza e la paura, gettando tra sé e loro un ponte di lealtà e attaccamento, che resterà saldo anche in futuro. Il segreto sta tutto nel modo in cui genitori e insegnanti interagiscono coi bambini, quando le emozioni diventano intense. La chiave non si trova in teorie complesse, in regole elaborate o in contorte formule comportamentali, bensì nei sentimenti profondi di amore e di affetto, che si dimostrano semplicemente, attraverso l’empatia e la comprensione. Una buona prassi educativa, infatti, comincia dal cuore dei genitori e poi continua, momento per momento, nello stare vicini ai figli, quando la tensione emotiva cresce, quando essi sono tristi, arrabbiati o spaventati. L’essenza dell’essere genitori sta nell’esserci, quando esserci conta davvero.

[1] Neuropsichiatra e sessuologo clinico e forense. Titolare della Cattedra di Medicina Preventiva e Psicopatologia forense, Neuro-psichiatria infantile, Educazione psicomotoria presso l’Università degli Studi di Roma Tre; direttore del master clinico forense e criminologico in Educazione affettiva e sessuale per l’infanzia l’adolescenza e la genitorialità; responsabile dell’Osservatorio Laboratorio Tutela Rispetto Emozionale Età Evolutiva (O.L.T.R.E.E.E.).

[2] Ingegnere Informatico Forense