Io credo si possa parlare di pareggio più o meno giusto perchè se la posta poteva aggiudicarsela una squadra, anche l’altra ha avuto modo di fare il colpo pieno. Questo pareggio consente al Pontedera di respirare ancora aria di alta classifica ed al Lecce di allungare la striscia positiva.
Si gioca sotto una tempesta d’acqua, ma la partita entra immediatamente nel vivo. Che il Pontedera sia inquilino dei piani alti, al Lecce sembra non importare più di tanto, speranzoso come è di essere escluso da quei siti soltanto momentaneamente. Il compito degli uomini di Lerda è semplice: imbrigliare i granata e andare a caccia dei tre punti evitando di offrire il fianco (i corridoi) agli sguscianti trequartisti toscani. Che si tratti dell’atteggiamento giusto lo si percepisce già al 5° quando Zigoni chiude bene un bel lavoro offensivo impegnando molto severamente il custode della porta di casa.
Il forte vento che soffia alle spalle del Lecce non aiuta in verità un granchè, anzi, le interferenze sulle traiettorie penalizzano il lavoro dei piedi buoni. Pontedera in gol al 17°, ma da posizione ritenuta irregolare; Pontedera ancora vicino al gol al 19° a significare che nelle retrovie giallorosse si concede più del lecito, a prescindere dalla qualità delle punte granata; qualità che , in vero, si è vista molto poco. Il Lecce lavora, lavora bene in particolare sulla fascia mancina e con i due fari di centrocampo Papini e Bogliacino; un po’ sottotono D’Ambrosio, non proprio al top in fase di spinta, nei cross, ed anche in copertura.
E’ comunque un Lecce versatile, che a seconda delle necessità indossa indifferentemente il frac o la tuta da operaio; La partita non è di certo annoverabile tra quelle indimenticabili, però, tenuto conto del vento a forti raffiche, della pioggia battente e del campo sintetico, è certamente apprezzabile.
Al 10° della ripresa va in gol anche il Lecce a seguito di battuta d’angolo; ma anche il Lecce si vede annullare il gol da un arbitro che ignora le vibranti proteste di D’Ambrosio . . . . . . autore del fallo che causa la giusta decisione arbitrale.
E’ partita che si può vincere e dunque sembra il caso di puntare sul rientro di Miccoli dopo la lunga assenza; ed infatti Lerda richiama in panca Zigoni al minuto 19.
I granata, squadra più giovane del Lecce sembrano disporre ancora di energie spendibili mentre tra i giallorossi affiora qualche sbavatura che, particolarmente in fase difensiva, provoca patemi e brividi. Il finale di partita è ancora frizzante: il Pontedera si giova della sua fresca giovinezza, ma paga anche lo scotto della scarsa esperienza sprecando alcune favorevoli situazioni graziosamente . . . . offerte dai giallorossi.
Al minuto 36 è molto bella una verticalizzazione, partita dal piede di Miccoli in direzione Doumbia, ma la bordata di prima intenzione si schianta contro il palo.
Si placa intanto la burrasca atmosferica, si placa anche il furore agonistico dei contendenti e così all’arbitro, dopo i canonici tre minuti di recupero, non resta da fare altro che fischiare la fine.
Cosa dice questa partita? Che il Lecce prosegue positivamente sul percorso intrapreso da qualche settimana, che la squadra dimostra una consolidata compattezza sia pure evidenziando di tanto in tanto qualche piccola crepa e che, ma questa è storia risaputa, è ancora necessario ridurre il saltuario uso di gocce di VALIUM specialmente in fase difensiva; ma non è cosa grave . . . .!