NARDO’ (Lecce) – Coloisce la compagna con un tubo in ferro mentre litigano per strada ma viene fermato da una carabiniera libera dal servizio che raccoglie la richiesta di aiuto della donna riuscita a scappare al suo aguzzino. G.P., un operaio 36enne residente a Nardò, finito in carcere con le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, reati entrambi aggravati così come richiesto dal pm Luigi Mastroniani. E dire che l’uomo accompagnato nelle patrie galere ha già un procedimento per simili reati.
Nel settembre del 2022, venne denunciato dalla compagna dell’epoca perché la donna era ormai esasperata dai comportamenti sempre più violenti e autoritari che l’uomo adottava con sempre più frequenza nei suoi confronti. G.P. era persino arrivato ad inseguire la donna sul posto di lavoro e, difatti, il prossimo 7 febbraio nel corso dell’udienza preliminare fissata davanti alla giudice Francesca Mariano dovrà difendersi dall’accusa di stalking oltre che di maltrattamenti in famiglia.
Ma l’episodio cristallizzato dai carabinieri della stazione di Nardò nella tarda serata di domenica 14 gennaio, se possibile, è ancora più grave. G.P., nel frattempo, aveva allacciato una nuora relazione: un rapporto, però, tormentato e costellato da molteplici vicissitudini sempre a causa del suo carattere irascibile e violento Domenica sera, la coppia è per strada. È tarda ora e raggiungono un camioncino. Si rimettono in macchina ma in breve nasce una lite. Le voci si fanno sempre più forti. La donna esce dall’auto e si allontana ma il compagno la raggiunge. In mano, G.P. impugna un tubo di ferro con cui colpisce la compagna. La vittima, però, non si dà per vinta. Corre e raggiunge una coppia alla quale chiede aiuto. Lei è una carabiniera fuori dal servizio.
Intuisce la gravità della situazione e il rischio di un pericolo imminente e si mette all’inseguimento dell’uomo riuscendo a bloccarlo in attesa dell’arrivo dei colleghi carabinieri che ammanettano G.P. poi accompagnato in carcere. La vittima è finita in ospedale per le lesioni riportate. Ne avrà per una quindicina di giorni. Con il compagno lontano e ora in carcere, ha trovato il coraggio di confidarsi con gli uomini in divisa ai quali ha raccontato che le violenze e gli abusi nei suoi confronti andavano avanti ormai da mesi. E non sarebbe stata neppure la prima vittima. L’arrestato è difeso dall’avvocato Tommaso Valente.