Aveva rimesso in liberta’ quattro indagati per mafia nonostante il collegio di giudici da lui presieduti (composto da due giovani donne) avesse negato la scarcerazione in un caso, e negli altri tre il verdetto fosse ancora da depositare.
Per questo grave comportamento, che gli e’ gia’ costato la condanna penale a un anno e due mesi di reclusione per falso in atti pubblici (pena sospesa dalla condizionale), la Cassazione ha reso definitiva, adesso, la sanzione disciplinare della perdita di due anni di anzianita’ di servizio – la punizione piu’ dura dopo la destituzione – nei confronti di Vittorio Gaeta, all’epoca dei fatti contestati (giugno 2002) presidente del Tribunale del riesame di Lecce.
Senza successo l’alto magistrato ha contestato, innanzi alla Suprema corte, la decisione sanzionatoria con il quale il Csm, lo scorso 18 gennaio, lo aveva punito con la perdita di due anni di anzianita’ di servizio.