Monicelli esordì nel 1934, assieme al futuro editore Alberto Mondadori con un cortometraggio tratto da un racconto di Poe, Il cuore rivelatore e poi con un altro di 16 minuti muto, I ragazzi della via Paal, premiato a Venezia come miglior film a passo ridotto. In seguito fu aiuto regista di Camerini, Germi e scrisse una cinquantina di sceneggiature.
Per il primo film vero e proprio come regista bisognerà aspettare il 1949, quando ebbe l’occasione di dirigere in coppia con l’amico Steno Totò cerca casa, uno dei primi film comici che si possano ricondurre al Neorealismo.
Da buon regista sempre attento alla società e ai sui problemi, ebbe spesso noie con la censura. Guardie e ladri, il film più celebre del Totò “realista”, anch’esso diretto in collaborazione con Steno, fece passare molte notti insonni ai censori perché mostrava l’amicizia tra un poliziotto e un ladro, perché faceva chiaramente vedere che in questa Italia mal ricostruita i loro problemi erano gli stessi. Totò e Carolina fu letteralmente massacrato dalla censura(una quarantina di tagli) e fatto uscire con due anni di ritardo perché descriveva l’amore di un altro poliziotto per una ragazza-madre e perché alcuni comunisti vi facevano una bella figura.
Tra i film più famosi come possiamo non ricordare La grande guerra , che venne accusato di vilipendio alle forze armate prima ancora di essere ultimato: mostrava la più stupida di tutte le guerre come era stata davvero e non come la descrivevano i libri scolastici e gli storici ufficiali. Nel 1958, dopo una breve parentesi di Neorealismo Rosa, realizzò l’opera che segna l’inizio della commedia all’italiana propriamente detta e che le diede risonanza internazionale: I soliti ignoti, uno dei film italiani più amati nel mondo. Per dirne la popolarità basterà ricordare che nel 1984 il regista francese Louis Malle ne ha tentato un remake e nel 1986 Bob Fosse ne ha tratto un musical a Broadway(Big Deal).
I soliti ignoti era nato quasi per caso, per sfruttare le costosissime scenografie del film di Visconti Le notti bianche , Monicelli aveva dovuto sudare sette camicie per imporre ai produttori il nome di Gasman, che nessuno immaginava potesse funzionare come attore comico. Mario Monicelli è il regista italiano di qualità che ha ottenuto più successi, oltre a quelli strepitosi e famosi dei Soliti ignoti e La Grande guerra, basta pensare a La ragazza con la pistola , a Romanzo popolare, ai due Brancaleone che praticamente inventarono un genere – sono anche i preferiti dal regista – con la loro disperazione allegra i suoi film sono autentiche ballate popolari, raccontano la vita e la morte con semplice profondità.
Mario Monicelli è stato uno dei maestri della commedia all’italiana , forse il più popolare e universale, ricevette quattro nomination all’Oscar. La sua lunga vita artistica lascia un’ impronta determinante nel cinema e nel costume italiano.