È stato notificato questa mattina il ricorso di alcuni cittadini aderenti al Comitato per la Tutela di Piazza Partigiani contro la delibera comunale n.104 del 2010 che ha disposto l’alienazione della scuola materna di Piazza Partigiani.
Una ventina di cittadini, residenti negli edifici che si affacciano sulla piazza, rappresentativi del quartiere, che hanno deciso di dire no al progetto comunale nell’unico modo sicuro.
Il ricorso proposto dalla professoressa Gabriella De Giorgi Cezzi presenta elementi di particolare importanza per la questione. Sono stati infatti confermati i vizi già sollevati dal Comitato fin dal primo momento: in particolare la circostanza che la scuola sia un bene “strumentale” ai fini dell’ente esclude del tutto la sua alienabilità. E’ stato poi violato il procedimento che prevedeva il parere di conformità della Regione, essendo previsto un aumento della volumetria di oltre il 10%. E’ stato addirittura verificato dai tecnici incaricati dal Comitato che l’intervento determina un drastico abbassamento degli standard urbanistici del quartiere previsti per legge, ossia degli spazi dedicati ai servizi per i cittadini, con un contestuale aumento di nuove abitazioni, e pertanto con un significativo danno alla qualità della vita.
Da ultimo il ricorso individua un macroscopico vizio di incompetenza, che non era stato rilevato, e che comporta la necessità di un annullamento, non solo dell’intervento su Piazza Partigiani, ma dell’intera deliberazione n. 104 del 1010, che ha integrato il Piano delle alienazioni. L’atto, infatti era di competenza della Giunta comunale, quale organo di Governo, mentre è stato approvato dal Consiglio, che non ne aveva la competenza senza peraltro alcuna istruttoria.
È evidente da tutto ciò che viene completamente sconfessato il progetto “di carta” dell’amministrazione! La fretta e la foga di concludere operazioni disinvolte hanno condotto a gravi e insanabili errori. Viene altresì a cadere ogni possibilità di discussione o di consultazione dei cittadini sul tema, in quanto basata una proposta totalmente illegittima.
Il Comitato pertanto ribadisce con forza che è necessario un immediato e totale annullamento della deliberazione n.104/2010.