Non è trascorso molto tempo da quel 20 febbraio, giorno della partita con la Juventus, son passate solo tre partite di campionato, eppure il Lecce è stato capace di passare da una esaltazione esagerata ad una prostrazione forse anch’essa esagerata.
Che la partita con la Juve dovesse essere analizzata con maggior approfondimento sembrava una cosa estremamente ovvia, visto l’andamento assolutamente anomalo della stessa, ma così non è stato. Questa volta mi onoro di appartenere a quella sparuta schiera che non aveva esultato oltre misura: la partita con la Juve è stata una “non partita” perché non era pensabile che Rosati, il portiere più battuto della categoria, non avesse dovuto fare alcun intervento meritandosi il s.v.(senza voto) dalla maggior parte dei giornali, pertanto una maggiore cautela nei giudizi sarebbe stata cosa ben fatta. Come per un caso da allora il Lecce ha inanellato tre prestazioni quanto meno discutibili che nulla avevano a che fare con la partita con la Juve o meglio, forse erano le stesse prestazioni ma di diverso c’era la Juve.
Con il Brescia si è ottenuto un risultato sostanzialmente giusto sul campo ma opinabile sul piano tecnico: il Lecce si è lasciato impallinare in maniera molto discutibile, ma in linea con l’annata, salvo poi rimontare e condurre una buona partita fino alla fine quando il sig. Morganti non ci ha graziato ignorando una rete valida del Brescia: nelle critiche agli arbitri mettiamo in bilancio anche questi episodi favorevoli e non solo quelli contrari come ci sono stati contro la Roma.
Con la Roma si è sbagliato nel non averla affrontata con la giusta grinta e determinazione; la Roma non si risparmiava per la partita di coppa, la Roma non ce la faceva; eppure noi l’abbiamo lasciata giocare con il ritmo che le era più congeniale ed alla fine il nostro tecnico ci ha messo il “carico da undici” con il suo cambio che ha previsto Munari terzino con la conseguenza di subire un sacrosanto rigore al 90’ che, comunque, l’arbitro avrebbe dovuto far ripetere con un possibile e diverso risultato.
Con la Roma il Lecce ha evidenziato le stesse lacune evidenziate in precedenza: ritmo lento, buone trame di gioco ma pochi tiri in porta, cambi che hanno creato grandi perplessità. La chiusura del trittico infernale si è conclusa con il Bologna; da più parti ho sentito dire che il Bologna non ha fatto nulla per meritare la vittoria anche se chi sostiene questa tesi dovrebbe ricordare che Viviano è stato meno impegnato di Rosati, che i bolognesi raddoppiavano e triplicavano sui nostri portatori di palla con un pressing asfissiante e che in campo erano messi meglio di noi. I cambi effettuati sono stati molto discutibili e la scelta di Chevanton, con tutti gli annessi e connessi, è stata qualcosa di incomprensibile.
Certo dirlo così sembra essere “il senno di poi” però non ci si può sottrarre ad una onesta valutazione dei fatti; a proposito, qualcuno ha visto Giacomazzi in campo? Non è che, per caso, il ritmo del Lecce è lento perché qualche nobile senatore non ce la fa? La mia anagrafe mi dovrebbe far parteggiare per l’esperienza dei senatori, invece, a nove partite dalla fine, affermo che il Lecce debba rischiare una ventata di gioventù che potrebbe salvarci, del resto ho sempre affermato che nel calcio non ci debbono essere debiti di riconoscenza e, se è vero che molti giocatori hanno contribuito alla promozione, è altrettanto vero che gli stessi hanno contribuito alla nostra precedente retrocessione. Qui entra in ballo il tecnico che non può più permettersi fare errori perché gli eventuali errori ci penalizzerebbero; faccia giocare chi ha più energie in corpo!
Inter a parte, le ultime otto partite del Lecce sono: in casa Udinese, Cagliari, Napoli e Lazio, fuori casa: Sampdoria,Genoa, Chievo e Bari. Vediamo un attimo il Brescia. In casa: Bologna, Milan, Catania, Fiorentina; fuori casa: Cagliari, Genoa, Sampdoria e Cesena. Ed il Cesena? In casa: Fiorentina, Bari, Inter, Brescia; fuori casa: Palermo, Bologna, Cagliari, Genoa. Perché questi riferimenti? Per evidenziare che le difficoltà si equivalgono e che si prevale solo se si è più freschi.
Certo, il campionato può riservare sorprese, tipo il risucchio di Sampdoria, Parma, Catania, Chievo, ma, a questo punto gli altri non ci interessano, conta solo che il Lecce pensi a fare più punti possibili, se il caso, cominciando da Milano, cosa estremamente difficile.