Il tribunale del riesame ha deciso: Massimo Buonerba resta in carcere, ma non per concussione. Secondo il collegio, presieduto dal giudice Silvio Piccinno (relatore Stefano Marzo) l’accusa che va ipotizzata nei suoi confronti è di corruzione.
Una decisione assunta in linea con quanto i giudici hanno scritto nelle motivazioni dell’ordinanza che ha scarcerato Giordano Franceschini, il progettista del filobus. “I capitali di cui Buonerba dispone sui conti correnti oggetto delle rogatorie in Svizzera potrebbero essere, almeno in buona parte, provento di accordi corruttivi intercorsi con Franceschini”. Nessuna costrizione insomma, ma una sorta di accordo tra i due indagati nell’inchiesta che si muove sull’asse Lecce-Lugano, dove sono stati sequestrati i conti in cui docente leccese custodiva 2 milioni e 800 mila euro. Di fatto, però, si sono così dimezzati i termini di custodia cautelare in carcere, da 6 a 3 mesi.
Per il legale Sabrina Conte, Franceschini non è credibile. Il professore perugino, interrogato dal procuratore Cataldo Motta e dall’aggiunto Antonio De Donno, aveva dichiarato di aver pagato tangenti per 659 mila euro a Buonerba, anche per la partecipazione elettorale al gruppo politico di AN, in cambio dell’incarico di progettista del filobus. Nelle 35 pagine di memorie consegnate ai giudici del riesame, l’avvocato smonta questa impostazione, sostenendo che “Boiachimolla”, il nome in codice rinvenuto nei files di Franceschini, non sia riconducibile al suo assistito.
Per conoscere le motivazioni dell’ordinanza bisognerà attendere i prossimi giorni.