La decisione era nell’aria, ma l’ordinanza è stata depositata solo nelle scorse ore: il professore dell’Università di Perugia Giordano Franceschini è stato scarcerato dal Tribunale del Riesame, probabilmente per assenza di gravi indizi di colpevolezza.
Questo almeno era il motivo del ricorso presentato dai suoi legali Andrea Sambati e David Brunelli. Il docente, di origini padovane, era stato arrestato, poi messo ai domiciliari, in quanto indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta truffa aggravata al comune di Lecce realizzata con la costruzione del filobus. Una truffa architettata, secondo le indagini condotte dal procuratore Cataldo Motta e dall’aggiunto Antonio De Donno, dal consulente giuridico dell’ex sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone Massimo Buonerba e da altre dieci persone, tra cui il figlio di Buonerba, Roberto. Tutti rispondono a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione, riciclaggio e truffa aggravata. Proprio con quest’ultima accusa era stato condotto nel carcere di Borgo san Nicola, dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Lecce, Giordano Franceschini, proggettista del filobus. Ciò che gli inquirenti gli contestano è di aver emesso fatture per operazioni inesistenti, pagate dal comune con soldi che sarebbero poi finiti nei conti milionari svizzeri del professor Buonerba. In realtà però, almeno secondo il suo collegio difensivo, questi soldi spettavano a Franceschini, per le consulenze fornite al comune nell’ambito della realzzazione della metropolitana di superficie.
Le motivazioni dell’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame presieduto dal giudice Silvio Piccinno (relatore Stefano Marzo) si attendono a breve. Intanto l’attenzione degli inquirenti sembra si stia concentrando sul nome di un altro amministratore leccese, spuntato fuori anche nel corso degli interrogatori a cui è stato sottoposto Franceschini. L’amministratore non sarebbe ancora iscritto sul registro degli indagati. Novità importanti potrebbero arrivare nelle prossime ore.