Senza sosta i controlli del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Lecce, finalizzati alla lotta al “lavoro nero” e all’ evasione contributiva.
Sono stati nove in tutto i cantieri edili e gli esercizi commerciali ispezionati dai Carabinieri del NIL, coordinati e diretti dal Dr Virginio Villanova
, Direttore Territoriale del Lavoro di Lecce, in Comuni quali Sannicola, Lizzanello, Taviano, Scorrano, Vernole e Ruffano. Dodici i lavoratori in nero identificati nel corso degli accessi, e cinque le attività imprenditoriali sospese per occupazione di lavoratori in nero in percentuale superiore al 20% di quello regolarmente occupato. Per alcune ditte la percentuale di nero accertata è stata del 100%.
Quarantuno le sanzioni amministrative notificate per un importo di €. 22.645,00, per irregolarità riscontrate in tema di “maxi sanzione” per lavoro nero, tenuta LUL, omessa consegna di lettera di assunzione e di tesserino di riconoscimento, prospetti paga ecc..
L’intervento dei Carabinieri ha pertanto permesso di regolarizzare le posizioni lavorative degli operai che altrimenti avrebbero continuato a lavorare senza alcuna garanzia previdenziali, assistenziale e antinfortunistica.
Inoltre, a seguito di alcune denunce e segnalazioni pervenute all’ufficio, i militari hanno condotto un approfondito e accurato controllo della posizione lavorativa del personale occupato presso un grosso canile operante in un Comune situato nel cuore del Salento, nel quale sono state riscontrate gravi e reiterate irregolarità.
E’ stata esaminata in modo specifico la posizione di due dipendenti, marito e moglie fra loro, in una situazione di disagio provocata da una condizione economica e familiare particolarmente grave. I coniugi, pur di “portare a casa” un minimo di reddito, avevano accettato di figurare quali volontari per più di cinque anni, ricevendo in cambio una retribuzione mensile di appena 500 euro ciascuno, sotto forma di rimborso spese. Gli accertamenti, condotti attraverso riscontri documentali e testimoniali, hanno consentito di scoprire, fra l’altro, che per tutto il periodo in esame i lavoratori non avevano mai usufruito di ferie, tanto meno di riposi settimanali, non avendo la possibilità di delegare a nessun altro le indifferibili cure giornaliere delle quali gli animali non sono mai stati tuttavia privati.
Emblematico il caso di un altro dipendente del canile che, pur regolarmente assunto per un certo periodo, aveva visto anch’egli sistematicamente disatteso il diritto al riposo settimanale. Estenuato da tale situazione, aveva presentato le proprie dimissioni con lettera raccomandata, riuscendo solo in questo modo a far desistere il datore di lavoro da tale comportamento, vedendo infine riconosciuto il proprio diritto per qualche giorno.
A conclusione delle indagini 4.484 sono i giorni lavorativi nei quali i tre dipendenti sono stati occupati “in nero”, mentre al titolare del canile sono state notificate sanzioni amministrative per un importo complessivo di €. 164.910,00, per violazione delle norme sul collocamento ordinario, tenuta dei libri obbligatori, busta paga, ferie, festività e riposi non concessi, nonché per la cosiddetta “maxi sanzione” per lavoro nero. Recuperati inoltre contributi previdenziali ed assistenziali evasi per un importo di €. 37.500,00.
L’intervento dei Carabinieri ha pertanto permesso di regolarizzare le posizioni lavorative degli operai che altrimenti avrebbero continuato a lavorare senza alcuna garanzia previdenziali, assistenziale e antinfortunistica.