La storia d’amore finisce ma lei non si rassegna e decide di fargliela pagare a tutti i costi. Così con ben tre complici cerca di incastrarlo e di farlo sbattere in galera inscenando una violenza sessuale finta, ma i carabinieri non ci cascano e li denunciano per calunnia dopo che i quattro sono crollati sotto il peso delle loro contraddizioni.
La vicenda ha veramente dell’incredibile. Stando alla ricostruzione dei carabinieri, tutto inizia dalla rottura della relazione sentimentale tra S.G., una quarantenne leveranese, e B.M., coetaneo di Salice Salentino. Quest’ultimo, circa un mese fa, decide di interrompere la relazione con S.G. per tornare dalla moglie.
La signora S.G., però, non si da pace: telefona, si apposta, supplica, pretende con la forza di tornare con il 40enne. Questo è il suo unico suo obiettivo. E quando capisce che non c’è più niente da fare, decide di vendicarsi, e coinvolge F.L., cinquantenne leveranese.
F.L. è disposto a fare di tutto per conquistare la donna. E così insieme tramano di far arrestare il 40enne.
L’uomo, per questo, coinvolge sia la figlia, F.E., venticinquenne leveranese, sia la signora che va a fare le pulizie in casa sua, C.M, leveranese quarantacinquenne.
L’altro ieri scatta il piano. F.L. chiama B.M. e gli dice di passare alle 11 e 30 circa, nei pressi della sua terra per recuperare uno scatolone: B.M. si occupa, tra l’altro, di piccole spedizioni.
Alle 12.00 di ieri C.M. la donna delle pulizie, chiama il 112 e racconta, allarmata, che poco prima, mentre si trovava a fare dei servizi in casa di F.L., ha sorpreso un ladro in casa, che dopo aver messo a soqquadro tutto aveva provato a violentarla. Le sue urla e l’accorrere, provvidenziale, di F.E. ( la figlia) l’avevano salvata dal peggio. I carabinieri della Stazione di Leverano che accorrono in casa vedono C.M. stesa sul divano, con la gonna sollevata, ed F.E. che le applica una borsa del ghiaccio sul ginocchio, poiché divincolandosi dalla presa aveva sbattuto ad uno spigolo. Tutt’intorno una confusione generale: la classica scena della “visita” dei topi d’appartamento. Tuttavia ai militari il caos appare un po’ troppo “ordinato”: le cose sembrano siano state “posate” a terra, non lanciate. Scatta comunque la caccia all’uomo, B.M., che viene trovato quattro ore dopo. Portato in caserma fornisce un alibi. Quella mattina si trovava a Campi. Alibi confermato da testimoni in serata. L’evento che ha mandato a monte il meticoloso piano è stato un imprevisto impegno di lavoro che lo ha trattenuto a Campi, non consentendogli di passare dalla proprietà di F.L., suo conoscente, a Leverano. La finta molestata, C.M., la finta testimone, F.E., l’adescatore, F.L., e l’amante ferita organizzatrice del piano, S.G., crollati in tarda serata sotto il peso delle loro contraddizioni, sono state denunciati in stato di libertà in concorso per il reato di Calunnia.