La procura di Brindisi ha disposto nei giorni scorsi una perizia, che è al momento in corso, per l’estrazione e la valutazione dei dati della scatola nera del treno Freccia Argento 9351, Roma – Lecce, che attorno alle 13.30 del 24 settembre si è schiantato contro un tir, all’altezza del passaggio a livello
che si trova a Cisternino, in località Pozzo Faceto, provocando la morte del macchinista, Giuseppe Campanella, di 50 anni, di Acquaviva Delle Fonti. Con l’accusa di disastro ferroviario e omicidio colposo e’ in carcere dal giorno dell’incidente, Ionut Cociabab, di 26 anni, di nazionalità romena, conducente del tir travolto sui binari. Il 18 ottobre scorso, con un sopralluogo sul posto, si e’ dato avvio alla serie di accertamenti tecnici irripetibili ai quali partecipano, oltre ad Angelo Nocioni, consulente nominato dal pm Pierpaolo Montinaro, anche i periti di parte di Trenitalia e Rfi (David Russo e Paolo Genovesi) e dei famigliari della vittima (Giuseppe Rizzo), oltre a Michele Zongoli, nominato dagli avv. Giuseppe Tanzarella e Francesco Abate che difendono l’indagato. I tecnici hanno 60 giorni di tempo per ”ricostruire e descrivere previo esame della documentazione in atti e del contenuto della scatola nera di testa del treno e dei veicoli in sequestro” oltre che, con l’esame dei luoghi. ”l’esatta dinamica del sinistro accertando le cause che lo hanno determinato ed evidenziando eventuali violazioni del codice della strada o comunque ogni eventuale profilo di responsabilità ravvisabile”. Secondo l’accusa, l’autotrasportatore avrebbe oltrepassato il passaggio a livello nonostante le sbarre fossero in fase di chiusura. Al giudice che ne ha convalidato l’arresto il 26 enne disse di non aver visto alcuna segnalazione.