La condanna alle pena di 6 anni e 6 mesi di reclusione per corruzione, illecito finanziamento pubblico ai partiti, peculato e per due episodi di abuso d’ufficio è stata chiesta per l’ex ministro Raffaele Fitto, parlamentare del Pdl.
La richiesta è stata avanzata a Bari nel corso del processo su presunti illeciti in appalti. Tra gli episodi contestati dalla procura di Bari a Fitto, all’epoca dei fatti presidente della Regione Puglia, vi e’ la presunta tangente da 500.000 euro che avrebbe versato l’editore e imprenditore romano Giampaolo Angelucci. Vi sono poi l’illecito finanziamento pubblico, per lo stesso importo della tangente, ricevuto dal partito dell’ex presidente, ‘La Puglia Prima di Tutto’, un peculato e due abusi d’ufficio. I fatti contestati si riferiscono al periodo 1999-2005. Il processo, in corso dinanzi al tribunale collegiale di Bari, riguarda l’esistenza di un presunto accordo illecito finalizzato ad assicurare alla societa’ ‘Fiorita’ le concessioni di servizi di pulizia, sanificazione ed ausiliariato da parte di enti pubblici e di Asl pugliesi, e l’affidamento di un appalto da 198 milioni di euro ad una societa’ di Angelucci per la gestione di 11 Residenze sanitarie assistite
In merito alle richieste di condanna formulate nei suoi confronti dalla Procura di Bari, l’On. Raffaele Fitto ha rilasciato la seguente dichiarazione:“Sono allibito dall’assurda ed incredibile richiesta della Procura di Bari. Ricordo che fino ad oggi, dopo ben 8 anni di processi, ho collezionato solo assoluzioni e proscioglimenti: sono stato prosciolto dai reati di associazione per delinquere, di concussione e da due episodi di falso in sede di udienza preliminare, con sentenze confermate anche dalla Corte di Cassazione, cui aveva fatto ricorso la stessa Procura di Bari; sono poi stato assolto da altri due diversi episodi di falso in sede di giudizio abbreviato, che io stesso ho richiesto. Per un altro reato di abuso d’ufficio (il cui presunto autore materiale è stato peraltro già prosciolto) era maturata la prescrizione ma io vi ho rinunciato. Sono poi stato assolto dal Tribunale di Bari anche in un altro processo in cui ero accusato di concorso in interesse privato ed anche in questo caso avevo rinunciato alla prescrizione. Per il resto nella mia mente si affollano ora tante domande e molti pensieri, ma sono scioccato e senza parole per l’abnormità della richiesta. Per queste ragioni ho chiesto ai miei avvocati di preannunciare al Tribunale che nell’udienza di venerdì prossimo, 25 gennaio, renderò dichiarazioni spontanee in Aula”.