NARDO’ (Lecce) – Spuntano nuovi indagati nell’inchiesta su un presunto giro di opere d’arte contraffatte vendute sul web. Sempre nelle scorse ore i carabinieri della stazione di Nardò insieme ai colleghi del Nucleo Tutela del Patrimonio di Bari hanno eseguito una seconda perquisizione con esiti positivi in casa di M.G., 41enne del posto, assistito dall’avvocato Ezio Maria Tarantino. I militari hanno sequestrato un computer, pen drive e supporti informatici ritenuti utili ai fini dell’indagine. L’accusa ipotizzata dal pubblico ministero Elsa Valeria Mignone è quella di ricettazione la stessa contestata nei confronti di un altro indagato: I.A., 51 anni, sempre di Nardò.
L’indagine è stata avviata con una denuncia presentata da un gallerista romano. Su ebay era stato messo in vendita un falso del pittore Achille Perilli e che ne era certo perché l’originale era nella sua disponibilità. Gli accertamenti si sono spostati nel Salento. Il sospetto, comunque, è che il giro di quadri falsi affidato alle vendite online sarebbe stato molto vasto ed avrebbe interessato nomi di primo piano nel panorama della pittura italiana. In particolare i militari hanno effettuato una serie di perquisizioni.
I militari, nel corso del primo sopralluogo, hanno sequestrato un computer, una macchinetta fotografica, postepay e paypal trovati nella disponibilità dell’indagato assistito dall’avvocato Gianpiero Geusa. Il lavoro della Procura è stato avviato, come detto, con una denuncia presentata da un gallerista romano. Non è escluso che il quadro contraffatto gli sia stato consegnato direttamente da qualcuno. In ogni caso, essendo in possesso del quadro originale, il gallerista si è insospettito e ha così deciso di rivolgersi all’autorità giudiziaria.
Gli atti, per competenza, sono stati trasmessi alla procura di Lecce. Dalle indagini è infatti emerso che l’inserzione sarebbe stata pubblicata su Internet proprio da soggetti salentini. Così nelle scorse ore sono scattate le prime verifiche. I militari sono stati in casa del 51enne (volto noto alle forze dell’ordine) sequestrando il computer che ora verrà affidato ad un ingegnere informatico per ricostruire tutte le transazioni effettuate e per trovare eventuali tracce ricollegabili alla vendita. Gli investigatori, però, sono a caccia di altri riscontri.
Non è escluso che altre opere d’arte siano state vendute sempre dal 51enne grazie anche alla probabile complicità di più persone. Nelle stesse ore, infatti, i carabinieri sono stati impegnati in altre perquisizioni che non hanno consentito di sequestrare ulteriore materiale ritenuto utile ai fini di un ulteriore sviluppo investigativo.
F.Oli.