CAVALLINO (Lecce) – Rimane in carcere Ivan Franco, il 32enne di Cavallino, accusato di aver ferito il compaesano F.C., di 29 anni, con due colpi di pistola nella notte tra il 22 e il 23 giugno scorsi nel centro del paese. I giudici del Tribunale del Riesame (Presidente Maria Pia Verderosa, giudici Anna Paola Capano, Antonio Gatto) hanno rigettato la richiesta di attenuare la misura in carcere con i domiciliari così come richiesto dall’avvocato Riccardo Giannuzzi. Le motivazioni verranno depositate nei prossimi giorni.
La sparatoria si verificò poco dopo la mezzanotte. Franco avrebbe agito spinto da motivi di gelosia. A suo dire, F.C avrebbe iniziato a corteggiare una donna a lui vicina. Da qui la rappresaglia con il piombo. La vittima si trovava all’interno di un bar con alcuni amici per trascorrere la serata quando è uscito dal locale. Si è appartato per inviare alcuni messaggi (versione parzialmente riscontrata) raggiungendo la propria autovettura. All’esterno era atteso da Franco abituale frequentatore dello stesso bar. Il presunto feritore ha forse creduto che F.C. stesse inoltrando messaggi alla donna contesa. Accecato dalla gelosia ha aperto il fuoco esplodendo due colpi d’arma da fuoco mentre la vittima era seduta al posto di guida.0
Il giovane è stato accompagnato in ospedale mentre Franco si è allonatanto rendendosi rreperebile per un paio di giorni. Gli agenti della Squadra mobile di Lecce, guidati dal dirigente Alberto Somma con la collaborazione dei colleghi della stazione di Cavallino, al comando del luogotenente Riccardo De Bellis, hanno immediatamente identificato il responsabile che si è poi consegnato spontaneamente in caserma.Nel corso dell’udienza di convalida, Franco confessò l’episodio raccontando che non voleva ferire nessuno ma solo spaventare il presunto “rivale” dimostrandosi anche particolarmente dispiaciuto per aver fatto del male ad una persona che reputava un “suo amico”.
F.Oli.