Molto più un dj, molto più di uno speaker radiofonico. Fernando Proce – presentatore, giornalista, autore, cantante, editore – ama definirsi un “comunicatore”.
Nato a Racale, a soli 10 anni conduce un programma per bambini in una radio locale, a 15 presenta già spettacoli di cantanti emergenti. Dopo una breve esperienza nelle radio locali, approda al nazionale: Rtl 102.5, Radio 105, Radio Montecarlo. Ha partecipato al Festivalbar e ha realizzato un album con Maurizio Solieri. Ha vinto un Telegatto per “La più bella voce della radio”, un Dance Award come migliore D.J. animatore italiano e si è aggiudicato tre volte l’Oscar radiofonico Cuffie D’Oro. Ha anche scritto un romanzo – “Niente di nuovo” – e, con Daniela Preite, ha pubblicato il libro “Anima & Successo – Il Segreto per risalire; giù al Nord”.
Nel 2010 ha dato vita al progetto di comunicazione “Salentuosi”: è editore del Magazine Salentuosi e delle emittenti La Radio Sale e Radio Movida Gallipoli.
Alla conduzione de La famiglia giù al Nord, uno dei programmi di maggior successo di Rtl 102.5, Proce ha appena compiuto i suoi “primi 25 anni” presso la prima emittente radiofonica italiana. Un compleanno prestigioso da festeggiare con una speciale compilation: ”90s Original Party” in cui Fernando ha selezionato e mixato le hit della musica da discoteca degli anni Novanta.
Quella degli anni Novanta viene considerata da molti la vera dance. Sei d’accordo?
La dance nasce in assoluto negli anni Settanta, la cosiddetta “disco music”. Negli anni Novanta c’è stata un’evoluzione della dance ed è nata la “house music”, che ha coinciso con il periodo più florido delle discoteche. Nei primi anni del Duemila la house è andata morendo, ma adesso la dance anni Novanta, protagonista di tante estati di quegli adolescenti che oggi sono diventati adulti, è tornata in auge, come dimostra il successo di ”90s Original Party”.
Quali sono i due brani, degli anni Settanta e Novanta, cui sei più legato?
Il mio brano anni Settanta preferito è You’re The First, The Last, My Everything di Barry White. Per quanto riguarda gli anni Novanta è Show Me Love di Robin S, per le sue sonorità eleganti e orecchiabili.
Secondo te, nel panorama attuale della musica elettronica, c’è ancora spazio per quel tipo di dance?
Sì, ci sono vari remix di brani passati, ma lo stesso sound originale degli anni Novanta, non rielaborato, piace ancora tantissimo: quel tipo di elettronica rimarrà per sempre nella storia della musica.
Sei la punta di diamante di Radio Rtl 102.5. Ci racconti la prima volta in cui sei entrato in uno studio radiofonico?
Ero un bambino, avevo dieci anni e mi permisero di condurre un programma per bambini in un’emittente radiofonica locale. Venticinque anni fa, invece, sono entrato a Rtl 102.5 e fu una grande emozione, oltre che un grande onore.
Ogni mattina conduci La famiglia giù al Nord. Da 1 a 10 quanto è grande il tuo orgoglio salentino?
E’ sicuramente grande l’orgoglio di condurre un programma radiofonico così seguito, oltre che felice di portare on air ogni giorno le mie radici pugliesi: nonostante siano passati tanti anni dal mio esordio, conservo ancora quella magia tipica di chi si ricorda da dove è partito, nel mio caso da una terra splendida come il Salento. Ho sempre tanta carica, tanta passione e l’affetto degli ascoltatori è una molla che mi spinge a fare sempre meglio con lo stesso entusiasmo.
In carriera hai vinto molti riconoscimenti, tra cui il Telegatto come “voce più bella della radiofonia italiana”. Ti senti più dj o più speaker?
Bella domanda! Dipende dalle circostanze: mi sento più un comunicatore. Dj sì, quando sono ai piatti, anche se “dj” è un termine un po’ troppo tecnico. Quando sento la parola “speaker”, invece, mi viene in mente la persona più istituzionale e impostata che legge le notizie al radiogiornale. E’ vero, sono anche giornalista ma, onestamente, non saprei rispondere con esattezza alla vostra domanda. Diciamo che ho un grande bisogno del contatto con il pubblico per poter comunicare.
A un giovane che vuole intraprendere la carriera radiofonica, quali consigli daresti?
Studiare tutti i giorni, “divorare” tutto perché oggi, nell’era di internet, è importante avere una certa autorevolezza e non puoi rischiare di essere colto impreparato: servono una cultura musicale a trecentosessanta gradi e un aggiornamento continuo per poter fare radio in modo corretto e completo.
L’uso dei social aiuta o è un deterrente nell’attività radiofonica?
Dipende da come si gestiscono i social, che sono un’arma a doppio taglio: possono essere tanto utili e complementari, quanto dannosi. I youtuber, per esempio, sono “ibridi”: hanno la capacità di attrarre sui social soprattutto i giovani, ma attecchiscono di meno sulle persone della mia generazione. Ammetto di essere ancora un po’ diffidente nei confronti dei youtuber, ma alcuni di loro sono molto bravi.
Quando hai iniziato a cantare?
(Risata ironica, ndr) Da ragazzino, nella formazione “Gli Originali” di cui faceva parte il noto fiscalista Flavio Carlino, allora chitarrista.
È vero, Fernando. Prima chitarrista, poi fiscalista. Prima l’ascesa, poi il declino.
Un’ultima domanda: qual è l’artista con il quale sogni di collaborare?
Mi piacerebbe fare un pezzo con Vasco Rossi!
Grazie Fernando.
Flavio Carlino