di Gaetano Gorgoni
LECCE – Le votazioni online del Movimento 5 Stelle, denominate “parlamentarie”, sono terminate ieri alle 22. I risultati sono stati consegnati a due notai e saranno pubblicati domenica a Pescara al termine della tre giorni di Open Rousseau. Si parla di 15 mila partecipanti a questa specie di primarie sul web. Ma oggi i veleni degli esclusi dominano la scena. A Lecce, attivisti di lungo corso come Mario Giugno, Giovanni Manzo e Caterina Vitiello andavano bene nelle liste delle comunali e delle regionali e oggi non vanno più bene per la corsa al Parlamento? Un epilogo inaspettato per tantissimi, che ieri si sono ritrovati ad Altamura per capire come reagire a un’esclusione che non è stata motivata. Anzi, sembra che qualche motivazione sia stata sussurrata da Di Maio: sono stati eliminati i presunti arrivisti, quelli che remavano troppo contro e i dissidenti. Centinaia di persone in tutta Italia, tra cui molti militanti di lungo corso, sono stati buttati fuori dalle liste degli eleggibili alle parlamentarie.
”Hanno calpestato la democrazia: questi non sono i principi del Movimento – spiega un attivista – Non si può fare un’epurazione di questo genere. Hanno fatto peggio delle segreterie di partito. Hanno lasciato che i parlamentari uscenti scegliessero chi doveva restare dentro e chi no, dando potere alle loro segnalazioni. Io vorrei chiarire con i portavoce. Vorrei capire cosa è successo”. Alcuni si scoprono, altri hanno paura di parlare, perché dopo le epurazioni possono arrivare le cacciate. C’è anche chi pensa alla scissione. “Alcuni di noi stanno pensando di candidarsi lo stesso con un movimento alternativo, che torni ai vecchi principi: uno vale uno!”. C’è amarezza per gli esclusi. Per chi è vicino ai portavoce, invece, tutto ok: procedure rispettate, parlamentarie concluse regolarmente e domenica saranno incoronati i vincitori, che finalmente cominceranno la campagna elettorale pentastellata. Lo staff di Grillo va avanti come un caterpillar: nei sondaggi il Movimento 5 Stelle è il primo partito d’Italia.