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Rifiuti sepolti sotto la piazza e truffa con i parchi fotovoltaici: invocate 13 condanne

Di F.Oli.

SOLETO (Lecce) – Rifiuti sepolti sotto la piazza del paese dove giocavano i bambini in un intreccio di presunte collusioni tra imprenditoria attiva nel settore della new-economy e dipendenti e dirigenti comunali. A distanza di anni da arresti, blitz e sequestri, il processo sull’inchiesta “fotovoltaico sporco” nel cuore della Grecìa salentina arriva alle battute finali. Il pubblico ministero Antonio Negro (da settimane procuratore aggiunto a Brindisi) ha invocato tredici condanne: 9 anni di reclusione per Fabio Ancora, 50enne di Soleto, rappresentante legale della ditta Tecno Lights Srl e Raffaele Zizzari, 69enne, già responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Soleto, oltre a 500 euro di multa; 6 anni per Vinicio Gregorio Giorgino, 59enne di Casarano, progettista, direttore dei lavori e responsabile delle aree tecniche di Tecno Lights e New Energy; 4 anni per Nadia De Mitri, 48enne di Soleto, dipendente della Tecno Lights; 3 anni per Giovanni Cerullo, 48enne, già consulente della stessa azienda; Adalgisa Toma, 53 anni di Cursi, dipendente e Giuseppe Oliani, impiegato presso Ufficio Tecnico Soleto; 2 anni (con il riconoscimento delle attenuanti generiche) ad Anna Rita Ancora, 47enne di Soleto, impiegata presso l’Ufficio Protocollo; 1 anno e 9 mesi a Jose Giovanni De Giovanni, 47 anni di Cutrofiano, nel ruolo di diirigente dell’Ufficio Tecnico di Corigliano D’Otranto e Fabio Walter Perrone, 54 anni di Gallipoli amministratore di fatto della SIECO oltre al pagamento di una multa di 500 euro; 1 anno e 6 mesi per Davide Ancora, 42enne di Soleto, legale rappresentante della New Energy ed Olza s.r.l.; 1 anno e 2 mesi per Massimo Fuso, 44 anni di Zollino, proprietario; 3 mesi per Alessandro Fuso, 48enne di Zollino, progettista e direttore lavori.

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E’ stata chiesta la prescrizione per intervenuta prescrizione per Andrea Ancora, 39 enne di Galatina, dipendente della Tecno Lights Srl ; Antonio Palma, originario di Melpignano e Massimo Torretti, 47 anni di Galatina. Richieste di condanne per le persone fisiche ma anche per le persone giuridiche: 225mila euro come sanzione pecuniaria e l’interdizione definitiva dall’attività per la ditta EFFE EFFE Costruzioni e di 200mila euro per l’azienda Olza srl. Tra i banchi compaiono anche diverse parti civili: la Provincia di Lecce (assistita dall’avvocato Francesca Conte); il Comune di Soleto e alcune associazioni ambientaliste del territorio. Il processo davanti ai giudici della prima sezione penale è stato aggiornato al 23 aprile quando incominceranno le arringhe difensive degli avvocati Luigi Corvaglia, Vincenzo Venneri, Antonio Savoia, Anna Grazia Maraschio, Luigi Covella, Michelangelo Gorgoni, Ester Nemola, Giuseppe e Michele Bonsegna, Vittorio Vernaleone e Antonio Amato.

L’indagine, dai grandi numeri, condotta dalla Guardia di Finanza e dai carabinieri della Compagnia di Maglie (guidati all’epoca dal maggiore Andrea Azzolini) si chiuse con l’esecuzione di sei ordinanze di custodia cautelare (cinque in carcere e una ai domiciliari) firmate dal gip Carlo Cazzella, la notifica di altri diciannove avvisi di garanzia (quindici a persone fisiche e quattro a persone giuridiche) e il sequestro di quattro parchi di silicio (tre a Soleto e uno a Corigliano) del valore di 20 milioni di euro. In manette finì anche l’imprenditore Fabio Ancora, titolare della Tecnolights, la ditta che aveva eseguito i lavori in piazza Genova a Soleto nel 2006. Durante i lavori di rifacimento della piazza finirono sotto la pavimentazione un notevole cumulo di rifiuti. Almeno 3-400 metri quadri di guaine bituminose, di quelle utilizzate per impermeabilizzare i tetti delle abitazioni. Anche un cingolo arrugginito e poi resti di lavorazioni edili.

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Dal sottosuolo della piccola area verde emerse una vera e propria discarica sepolta, rifiuti dall’alto potenziale inquinante. Fu tutto rinvenuto durante gli scavi del 13 marzo 2011 dopo una serie di perquisizioni tra uffici pubblici ed uffici privati che portarono al sequestro della piazza nel 2010 allorchè i primi scavi avevano dato la certezza della presenza del materiale inquinante sepolto. Da lì si è poi si è sviluppata un’indagine ben più ampia con il presunto coinvolgimento di altre aziende con sede nel nord Italia.

 

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