F.Oli.
MELENDUGNO-SANTA CESAREA TERME (Lecce) – In pista alle prime luci del giorno si trovava per ballare in compagnia della propria fidanzata e non per spacciare così come ipotizzato dai carabinieri. E dopo l’arresto per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate ai danni di un carabiniere la vicenda giudiziaria e processuale di Alessandro Liuzzi, 25enne di Melendugno, si chiude con un’immediata scarcerazione e un’assoluzione. E’ quanto deciso dal giudice Stefano Sernia al termine del processo con rito abbreviato che si è celebrato in mattinata. Il giovane è stato infatti ritenuto innocente dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale perchè il fatto non costituisce reato e perchè non punibile dal reato di lesioni riconosciuta all’imputato la legittima difesa.
Eppure i carabinieri della stazione di Otranto presenti in borghese sabato notte all’interno di un locale da ballo della costa per i consueti controlli antidroga erano convinti che Liuzzi stesse spacciando in pista per via del suo atteggiamento giudicato sospetto. Un ausiliario si è così avvicinato preannunciandogli un controllo: “Fermo, carabinieri”. Per sottrarsi ad una possibile perquisizione Liuzzi ha colpito il militare con un pugno procurandogli “un’ampia contusione alla regione temporale destra, vertigini, nausea e un lieve stato confusionale causato dal trauma cranico guaribili in due giorni. Il giovane, su disposizione del magistrato di turno, è stato così arrestato e accompagnato presso la propria abitazione.
In sede di convalida prima e processuale poi, però, Liuzzi ha smontato la ricostruzione dei carabinieri assistito dagli avvocati Giuseppe Minerva e Marco Doria. Il giovane, campione italiano di Muay thai (un’antica tecnica di lotta thailandese) ha spiegato di essersi sentito tirare una prima volta senza neppure girarsi. Afferrato una seconda volta è partito direttamente con un pugno mentre la musica pompava a decibel elevati tanto da rendere impossibile qualsiasi comunicazione. Per la difesa, Liuzzi non ha potuto neppure capire in quei frangenti che si trattava di un fermo dei carabinieri e non avrebbe avuto alcun motivo per sottrarsi al controllo. Un assunto riscontrato con la successiva perquisizione. In tasca Liuzzi aveva appena 10 euro; troppo pochi per pensare che in discoteca stesse spacciando e non ballando alle 5 del mattino quando un pusher dovrebbe avere le tasche gonfie di soldi.