F.Oli.
LECCE – Scatterà il prossimo 6 marzo davanti ai giudici della prima sezione penale il processo a carico di una coppia di genitori residenti a Lecce accusati di una serie di abusi , sevizie e maltrattamenti sulla figlioletta all’epoca dei fatti di appena 7 anni. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal gup Giovanni Gallo così come richiesto dal pm di udienza Roberta Licci, a margine dell’udienza preliminare. I due imputati, difesi dagli avvocati Roberto Rella e Fabrizio Pisanello, rispondono di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, reati aggravati dalla minore età e dai futili motivi.
L’indagine è stata condotta in tempi tanto rapidi quanto incisivi dagli agenti della Squadra mobile specializzati nei reati contro la persona. Le violenze sono emerse a scuola dove le maestre hanno notato sul corpo della bimba ferite e lesioni. E’ stato prontamente informato il Cepsia (Centro di Psichiatria e Psicoterapia dell’Infanzia e Adolescenziale) che ha subito inoltrato una nota alla Procura dei Minori.
Gli episodi risalgono al gennaio del 2017. La bimba sarebbe stata ripetutamente picchiata. Calci, schiaffi e pugni, colpita con il tacco di una ciabatta in camera da letto dalla madre e con uno schiaffo nello spiazzo di un distributore di benzina. Afferrata per i capelli, sbattuta contro un muro, colpita con un calcio alla pancia e con un colpo di forchetta al gluteo sinistro dal padre. E poi ci sono i casi più estremi quando la bimba sarebbe stata picchiata sempre dal genitore con una cintura dei pantaloni e con una mazza di legno. Segni sul corpo e sulla mente. Ferite che, probabilmente, solo il tempo potrà rimuovere. Così come quelle minacce alla figlia “di finire su una sedia a rotelle e di essere buttata da un monte come gli ateniesi”. Delle violenze e delle minacce la bimba ha parlato nel corso dell’ascolto protetto che si è celebrato con le garanzie dell’incidente probatorio. In quell’occasione la piccola ha confermato i maltrattamenti. Non ha invece risposto su presunte violenze a sfondo sessuale cui il padre l’avrebbe costretta.
L’uomo, però, dovrà difendersi sempre da un’altra accusa: detenzione di materiale pedopornografico. Dopo una perquisizione in casa a dicembre sempre dello scorso anno gli agenti della Squadra mobile hanno sequestrato un pc e un cellulare. Dall’analisi del computer gli investigatori hanno estrapolato circa 500 immagini di natura pedofila tra i file cancellati. Nel frattempo la bimba, ora di 9 anni, è al sicuro da tempo. E’ stata allontanata dall’abitazione familiare e, grazie anche al sostegno della curatrice nominata dal Tribunale per i Minorenni è al riparo da abusi, sevizie e angherie. Come curatore della bambina gli avvocati Simona Guido e Viola Messa si sono costituiti parte civile così come un’Associazione di protezione sociale CIDU (Centro internazionale per i diritti umani) con l’avvocato Paolo Antonio D’Amico.