SANTA MARIA DI LEUCA (Lecce) – Il lungo ed estenuante viaggio per mare, durato giorni, è terminato a ridosso della riva, dove la loro imbarcazione si è incagliata dopo essere stata sbattuta lì dalle forti raffiche di vento e dal mare grosso.
Solo per miracolo non ha avuto risvolti drammatici lo sbarco avvenuto nella notte a Santa Maria di Leuca, a pochi metri dal porticciolo, sul lungomare Cristoforo Colombo. Sono riusciti ad approdare sulla terraferma sani e salvi i 33 migranti che erano a bordo della barca a vela. Si tratterebbe di 21 iraniani, 10 iracheni e due ucraini. Tra di loro una donna e due minorenni di 14 e 15 anni.
L’allarme è stato lanciato intorno a mezzanotte e mezzo, quando il gruppetto stava già iniziando a spostarsi verso l’entroterra. I carabinieri della compagnia di Tricase, i militari della guardia di finanza e gli uomini della guardia costiera sono stati impegnati per ore nelle operazioni di rintraccio e soccorso dei migranti, terminate solo alle prime luci dell’alba.
Il gruppo è stato affidato alle cure degli uomini della Croce Rossa Italiana di Lecce, che li hanno rifocillati e riscaldati, fornendogli le coperte termiche. Tutti erano privi di calzature ed in evidente stato di ipotermia, provati dalla lunga traversata affrontata. Alcuni di loro hanno riportato anche delle ferite, fortunatamente lievi, e sono stati medicati sul posto. Solo in un caso si è reso necessario il ricovero ospedaliero, ma solo per ulteriori accertamenti.
Alla grande macchina dell’accoglienza hanno preso parte anche i volontari della Caritas e alcuni rappresentanti del Comune di Castrignano del Capo, che hanno fornito supporto e materiale logistico nel corso delle operazioni.
Dalle prime informazioni raccolte sembrerebbe che i migranti fossero in viaggio già da sette giorni, nel corso dei quali hanno dovuto fare i conti con il pericolo di naufragio a causa delle condizioni meteo e marine avverse.
La barca a vela è rimasta incagliata negli scogli affioranti situati in corrispondenza del lungomare e nelle prossime ore si provvederà alle operazioni di recupero. Intanto il gruppo di migranti è stato trasferito presso il centro di accoglienza “Don Tonino Bello” di Otranto, dove gli agenti di polizia effettueranno le procedure di identificazione. Sulla vicenda sono in corso le indagini del pool antimmigrazione della Procura di Lecce.
L’attenzione degli investigatori al momento è concentrata sui due cittadini di nazionalità ucraina, che si sospetta possano essere gli scafisti che hanno traghettato il gruppo di migranti verso la costa salentina. Gli scafisti sono difesi dall’avvocato Giancarlo Vaglio.