LECCE/STRUDA’ – Al via il processo sul presunto falso dentista di Strudà. Oggi si è celebrata la prima udienza dibattimentale davanti alla prima sezione penale monocratica del Tribunale di Lecce, presieduta dal giudice Stefano Sernia, a carico di R.D., 71enne, residente nella frazione di Vernole, accusato di esercizio abusivo della professione medica – odontoiatra e per avere cagionato lesioni personali ad un paziente, ignaro di avere a che fare con un presunto “falso dentista”. Nel processo si è costituito parte civile il paziente, l’avvocato civilista Francesco Calò, con il collega Francesco Maria De Giorgi, oltre all’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Lecce, rappresentato dall’avvocato Giuseppe Nuzzaci.
L’avvocato Salvatore De Mitri, difensore di fiducia dell’imputato, che ha sempre respinto le accuse, ha chiesto l’esclusione dell’Ordine dei Medici, in quanto non legittimato a costituirsi parte civile, ed ha contestato anche la nullità del decreto di citazione a giudizio, per non aver enunciato il fatto in forma chiara e precisa, con istanza di trasmissione degli atti al pubblico ministero. Il giudice, dopo essersi ritirato in camera di consiglio, ha rigettato tutte le eccezioni mosse dal difensore dell’accusato ed ha così aperto il dibattimento. Si tornerà in aula il prossimo 14 gennaio 2021 quando saranno ascoltati i testimoni dell’accusa e delle parti civili.
Il processo dovrà fare luce sul contenuto della denuncia depositata dal paziente. Da aprile del 2017 il professionista si sarebbe sottoposto a diverse sedute per un preventivo di spesa per complessivi 1300 euro comprensivo di estrazioni, otturazioni e un ponte in resina mobile. In particolare D.R. avrebbe curato un molare inferiore. Proprio tale dente iniziò a dare all’avvocato i primi problemi a causa di un’infezione che gli provocò un ascesso con forti dolori e il blocco della mandibola. Contattato il “dentista”, D.R. gli consigliò di assumere un antibiotico per alleviare i dolori. Nelle successive due settimane, però, l’avvocato non avrebbe riscontrato alcun miglioramento. Anzi si gonfiò in modo spaventoso tutta la parte della mascella sinistra.
Dopo aver cercato di contattare invano il dottore, l’avvocato fu costretto a rivolgersi ad un altro medico odontoiatra che constatò l’infezione, incise il dente per farlo drenare consigliandogli un ricovero in ospedale. Dove effettivamente l’avvocato rimase dal 17 al 24 agosto sempre del 2017 per sottoporsi ad un intervento chirurgico. Gli venne praticata un’incisione sotto il mento per espellere l’accumulo di pus e fu comunque costretto a sottoporsi ad una cura pesante: antibiotici e antinfiammatori con una terapia proseguita per altri venti giorni. Per complessivi quaranta giorni di prognosi.
Nel corso delle indagini gli agenti della Squadra Mobile di Lecce hanno acquisito le ricevute rilasciate dal “dentista”. Agli atti sono finite anche le dichiarazioni di una parente stretta di Rizzo, di un’altra paziente e dell’amico in comune che avrebbe sponsorizzato il nome del “dentista” all’avvocato. Sarà ora il processo a fare luce su eventuali responsabilità e omissioni.