TREPUZZI (Lecce) – Avrebbe molestato una bambina di 9 anni nel retrobottega della sua alimentari minacciandola di non raccontare nulla alla madre. Dopo l’arresto il presunto molestatore finisce sotto processo. Il gip Giulia Proto ha emesso un decreto di giudizio immediato richiesto dal pm Giorgia Villa a carico di F.P., 71enne, di Trepuzzi, finito ai domiciliari a metà settembre con l’accusa di violenza sessuale aggravata dall’età inferiore ai 10 anni della vittima. L’inizio del processo è previsto per marzo davanti ai giudici della prima sezione penale ma la difesa del commerciante, l’avvocato antonio savoia, potrà avanzare richiesta di un rito alternativo. Di certo i genitori della piccola si costituiranno parte civile con gli avvocati Viola Messa e Antonio Romanello.
Il presunto caso di molestie risale al 2 luglio scorso. La bambina si era recata nell’alimentari per acquistare delle salviettine. Una volta all’interno del negozio sarebbe stata avvicinata dal titolare e trascinata in uno sgabuzzino dove sarebbe stata palpeggiata e minacciata di non riferire nulla alla madre. Tornata a casa in lacrime la ragazzina raccontò l’accaduto ai genitori. La reazione di pancia del padre della bambina fu immediata. Raggiunse il negozio e accecato dalla rabbia e dall’ira rifilò al titolare dell’alimentari un paio di ceffoni in faccia.
Nel corso delle indagini sono confluite le dichiarazioni della bambina ritenute attendibili rilasciate durante un primo ascolto protetto e le contraddizioni nella ricostruzione fornita dall’indagato quando è stato convocato dai carabinieri in caserma. Raccolto l’intero materiale probatorio nei confronti del 71enne è stata spiccata una misura cautelare ai domiciliari poi confermata dal Tribunale del Riesame. Le accuse nei confronti del commerciante sono state ribadite dalla bimba nel corso dell’incidente probatorio e di fatto hanno cristallizzato l’impianto accusatorio della Procura.
Dal canto suo il commerciante ha sempre negato gli addebiti. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia F.P., difeso dall’avvocato Antonio Savoia, ha negato fermamente di aver mai allungato le mani sul corpo della ragazzina precissando che i contatti con la ragazzina si sarebbero limitati all’acquisto delle salviettine e al regalo di un pacchetto di caramelle peraltro alla presenza di altri due clienti.