LECCE – Va in ospedale in stato confusionale, spaventata e febbricitante e il medico la tranquillizza cantandole una canzone. È accaduto nei giorni scorsi a Lecce, al Vito Fazzi. La figlia della donna malata si rivolge al medico Antonio Marzo e spiega che la madre “Non ricorda neppure come mi chiamo”. Lui per calmarla le canta “quella carezza della sera” a voce alta. La signora intona lo stesso pezzo facendo partire un vero e proprio “duetto”.
“È notte , abbiamo già fatto 4 ricoveri , manca l’ultimo – scrive il medico sulla sua pagina Fb in cui ha postato il video del duetto – È una signora con febbre , disidrata, in anamnesi decadimento cognitivo con amnesia .
La teniamo in osservazione prima che salga su in reparto . Per fortuna c’è il posto disponibile. Osserva l’ambiente silenzioso , illuminato , senza proferire parola o lamento . Tende ad addormentarsi ma crudelmente la risvegliamo per controllarne la vigilanza. Sorride.
Non sa a chi, ma sorride. Percorro il lungo corridoio del reparto e involontariamente comincio ad intonare a voce alta il ritornello di una canzone degli anni ’80 , di cui non conoscevo neppure il titolo. Una , due volte sempre lo stesso.
” La signora ha intonato la canzone che cantavi tu poco fa ” mi riferisce Stefania , attenta osservatrice . ” Non ci credo ” rispondo incredulo. Per verificare , mi reco nell’ambulatorio e con la scusa di lavarmi le mani , ricanto con voce sommessa il ritornello. L’incredulità si trasforma in realtà , gioia , speranza , passione, convinzione che la medicina non è solamente diagnosi e terapia , ma è tanto altro , che va oltre la fredda comunicazione di diagnosi , di terapia , di ricovero , di guarigione , di morte.
Mi avvicino , mi riguarda con sospetto . La invito a cantare . Accetta .
Lo facciamo insieme , è contenta.
La salutiamo mentre lascia il nostro reparto e con un piccolo gesto di saluto ci risponde, riempiendoci di tanta gratificazione.
Sono bastati pochi istanti , un atto terapeutico diverso , usato offlabel, per rendere migliore la permanenza in ospedale. Le abbiamo dato l’opportunità di ritrovare e magari ringiovanire per un istante la sua memoria , ormai logorata dall’età , e di riportarla a quei tempi che ,forse , hanno segnato un bel ricordo nella sua vita.
” Non so piu’ se mi manca di più
quella carezza della sera o quella voglia di avventura
voglia di andare via di la’.” Cantava.
Sono andato alla ricerca del titolo .
Sarà stato un caso ma il titolo della canzone era ” La carezza della sera”.
Che sia di auspicio – conclude il medico- per aumentare la sensibilità alla umanizzazione delle cure “.