Il sindaco Cavallo respinge le accuse e non si dimette, ma l’opposizione insiste: “Indipendentemente dall’esito giudiziario, grave danno che resti in carica”

RUFFANO – Nel Consiglio comunale in seduta straordinaria, che si è svolto ieri, il sindaco Antonio Cavallo ha chiarito che non si dimetterà.  Il primo cittadino ha letto ampi stralci della sua memoria difensiva, che rimarca la sua estraneità alle accuse mosse dalla magistratura e l’onestà dei suoi comportamenti.
I consiglieri di minoranza Cantoro Massimo, Meraglia Abramo, Deodati Anna Clara e Gaetani Luigi Pasquale tornano a chiedere le dimissioni del sindaco Antonio Cavallo. L’opposizione ha chiarito che “pur ribadendo il principio della presunzione di innocenza, i consiglieri ritengono che le sopravvenute circostanze richiedano un approccio improntato alla massima responsabilità e trasparenza”. “La gravità delle accuse, benché ancora da accertare nelle sedi competenti, impone profonde riflessioni sul futuro amministrativo del nostro paese – insistono i consiglieri di minoranza – Particolare rilevanza assumono le motivazioni, emerse dagli organi di stampa, con cui la Procura ha richiesto addirittura l’arresto del sindaco, definendone la personalità ‘spiccatamente deviata’ e sottolineando ‘la totale obliterazione dell’interesse pubblico per il perseguimento di fini personali strettamente connessi a quelli dell’imprenditore suo complice. Protagonista delle più gravi condotte illecite contestate, consumate attraverso la falsificazione di atti pubblici e accordi finalizzati a mortificare la par condicio a beneficio esclusivo dei Castrignanò. Ha dimostrato particolare scaltrezza utilizzando soprannomi per farsi identificare, dando contezza di essere conscio del carattere illecito delle sue condotte e, nel contempo, della sua indifferenza rispetto non solo alle leggi e alle regole di una civile convivenza, ma anche al rispetto della sua funzione e del mandato popolare’ L’indagine della Procura si è concentrata, in particolare, su tre importanti finanziamenti ottenuti dal Comune di Ruffano:

1. Appalto per l’adeguamento sismico con ampliamento e riqualificazione energetica dell’edificio scolastico “Saverio Lillo” per un importo di circa 3.600.000,00 euro, aggiudicato a Castrignanò Appalti Srl.

2. Appalto per i lavori di messa in sicurezza e mitigazione del rischio geomorfologico dell’abitato di Ruffano, per un importo di circa 2.000.000,00 euro, aggiudicato a Cesa Srl.

3. Appalto per i lavori di miglioramento della fruibilità del centro storico di Torrepaduli – Largo San Rocco, per un importo di circa 1.088.000,00 euro, aggiudicato a Effeci Srl.

Su queste opere pubbliche gli scriventi già in passato ed in più circostanze hanno evidenziato anomalie rispetto alla qualità dei lavori effettuati e ai ritardi con cui venivano realizzati. Tuttavia, di fronte a tali contestazioni, l’unica risposta ricevuta in diverse sedi è stata il silenzio o atteggiamenti evasivi da parte dell’amministrazione.

Indipendentemente dall’esito giudiziario, appare evidente come la permanenza in carica del sindaco rappresenti un grave danno per l’ente e per la comunità. Un Comune deve essere guidato da chi può esercitare le proprie funzioni senza il peso di accuse che minano la credibilità dell’istituzione. La permanenza in carica del sindaco Cavallo, alla luce delle motivazioni addotte dalla Procura, rischia di compromettere in modo irreversibile l’immagine dell’ente locale, alimentando sfiducia e sospetti. Un sindaco in attesa di un provvedimento del GIP non può svolgere il proprio ruolo con continuità ed efficacia. L’inevitabile rallentamento dell’attività amministrativa potrebbe generare un blocco decisionale, con conseguenze negative per la comunità.

Chi ricopre incarichi pubblici deve garantire trasparenza e integrità, anche in assenza di una condanna definitiva. Inoltre, non va sottovalutato il rischio di un probabile scioglimento del Consiglio comunale da parte del Prefetto per ragioni di ordine pubblico e legalità. I cittadini hanno diritto a un’amministrazione che operi con efficienza e rigore morale. In questo contesto, le dimissioni rappresentano la scelta più coerente e responsabile per garantire la stabilità dell’ente locale e tutelare il buon funzionamento della macchina amministrativa”.