Ci auguriamo tutti che in Puglia nascano molte nuove aziende, uniche ipotetiche e futuribili destinatarie dell’eliminazione dell’Irap. Ad oggi, infatti, pare che la Giunta Vendola abbia intenzione di confermare anche per il 2011 l’aumento dell’1% dell’aliquota regionale per tutte le aziende pugliesi.
Su questo è assordante il silenzio della Giunta regionale, ed è inaccettabile che, anche mediaticamente, si continui ad ingannare i cittadini. In primo luogo non è la Regione Puglia a prevedere questa possibilità di sgravio per le nuove aziende, ma è il Governo Berlusconi a prevedere questa possibilità; in secondo luogo sembrano aver dimenticato tutti che nella nostra Regione per scelta della Giunta Vendola, le aziende pagano l’Irap più cara dell’1% rispetto ad altre Regioni, il che si traduce in oltre 220 milioni di euro l’anno che le aziende pugliesi versano in più nelle casse regionali per contribuire al finanziamento di sprechi, sperperi, clientele acquisti ingiustificati di beni da parte delle Asl come ammesso dalla stessa Giunta nel Piano della Salute.
E’ chiaro che il silenzio del Governo regionale significa solo una cosa: non più di aumento straordinario si tratta, né di emergenza, ma evidentemente ritengono che l’Irap maggiorata dell’1% sia praticamente a regime e non si parla neanche di eliminarla, se non per qualche timida voce di qualche timidissimo parlamentare della sinistra. Assessori e consiglieri di maggioranza sembrano tutti d’accordo, perché evidentemente il tesoretto che deriva dalle maggiori tasse pagate dai cittadini fa comodo a tutto il centrosinistra regionale che mettendo le mani nelle tasche dei cittadini finanzia la propria sopravvivenza politica. In questi anni i pugliesi hanno pagato più di 800 milioni di euro di tasse regionali in più, finite nel calderone degli sprechi e delle clientele.
E’ possibile ed è facile eliminare le maggiori tasse imposte dalla Giunta Vendola: basta cominciare a governare seriamente e smettere di finanziare la cattiva politica e l’eterna campagna elettorale del Presidente con i soldi dei cittadini.