Noto che su alcuni organi di stampa – dice il Sindaco di Casarano Ivan De Masi – si torna a porre l’accento sulla delibera relativa alla fidejussione e lo si fa in termini che a mio modesto avviso non sono del tutto corretti.
Innanzitutto, occorre essere chiari: la fidejussione è una garanzia che il Credito Sportivo chiede alle società sportive che decidono di assumersi l’onere di intervenire con fondi propri nella ristrutturazione e nella valorizzazione degli impianti sportivi.
Detto questo, è necessario capire quale ruolo deve avere lo sport in questa città e, in particolare, che parte deve giocare il calcio, che ha reso noto il nome di Casarano in tutta Italia.
Con enormi sacrifici personali ho cercato di recuperare un’esperienza che rischiava di interrompersi bruscamente, vanificando quanto eravamo riusciti a creare attorno alla squadra di calcio. Un progetto, quello della Virtus, che fa ruotare, attorno allo sport, solidarietà, associazionismo, iniziative di beneficenza, in poche parole “cultura”.
A questo punto dovremmo chiederci: una squadra di calcio così intesa è un patrimonio per la città o no?
E, soprattutto, dovremmo domandarci: lo stadio è o no di proprietà comunale?
Mi si potrà obiettare che lo stadio non è una priorità per il Comune di Casarano, ma qua nessuno sta chiedendo nulla al Comune, che è chiamato, così come accade in tanti altri comuni d’Italia, a garantire per una società sportiva che ha dimostrato serietà e che ha voluto trasformare un impianto fatiscente in uno stadio moderno ed efficiente che resterà, è bene ribadirlo, di proprietà comunale.
Peraltro, se alla Virtus dovesse subentrare un’altra società, il debito contratto nei confronti del Credito sportivo passerebbe in carico alla nuova società e non al Comune.
Per quanto detto, cercare di far passare in modo automatico la delibera sulla fidejussione come l’assunzione di un debito da parte del Comune è un’operazione scorretta tanto sul piano formale quanto su quello sostanziale. È l’ennesimo tentativo di strumentalizzare un tema attorno al quale ci dovrebbe essere comunità di intenti e di vedute.