A distanza di oltre un anno, è stata riaperta l’inchiesta sulla morte del campione di ciclismo e ct della nazionale italiana di ciclismo su strada Franco Ballerini, morto a 46 anni durante una gara del Rally di Larciano, provincia di Pistoia, nella quale ricopriva il ruolo di navigatore, il 7 febbraio del 2010.
E nel registro degli indagati, insieme all’organizzatore del Rally, è stato iscritto anche il nome di Angelo Sticchi Damiani, leccese, ingegnere civile, di 65 anni, che, in qualità di presidente nazionale della Csai, commissione sportiva automobilistica italiana, è stato chiamato in causa per presunta responsabilità oggettiva.
L’ipotesi di reato è di omicidio colposo. L’ingegnere è difeso dall’avvocato leccese Riccardo Giannuzzi e dal collega Luigi Giuliano del foro di Roma. Il Pm toscano Luigi Boccia, titolare dell’inchiesta sulla morte del ex ct azzurro, ha iscritto tra gli indagati l’ingegnere leccese, per avere recepito l’introduzione dell’uso obbligatorio, durante le gare, del collare Hans, lo stesso usato da tempo in Formula Uno. Secondo l’accusa, infatti, proprio l’uso del collare potrebbe aver determinato o contribuito alla morte del campione di ciclismo. Ed è per questo che, dopo un anno, è stata disposta la riesumazione della salma di Ballerini, sulla quale, da giorni, è in corso l’autopsia nel cimitero di Casalguidi. I periti incaricati dalla Procura dovranno stabilire, attraverso radiografie e tac, se ci sia compatibilità tra i traumi subiti dal campione di ciclismo, in particolare al collo ed alla colonna vertebrale, e l’utilizzo del dispositivo di sicurezza, introdotto nelle gare di Rally. L’anatomopatologo, quando tutti gli esami saranno conclusi, avrà 60 giorni di tempo per depositare la perizia. Nel frattempo, Sticchi Damiani ha affermato di essere sereno e fiducioso nell’operato della giustizia, a tal punto da non aver ritenuto opportuno nominare un consulente tecnico d’ufficio da affiancare ai periti medico-legali, impegnati nell’autopsia dell’ex ct della nazionale. L’ingegnere leccese, intanto, precisa di non conoscere le accuse mosse dalla Procura. Secondo alcune fonti interne al Csai, inoltre, la normativa internazionale relativa al collare Hans sarebbe stata recepita in Italia prima del 2009, ancor prima, cioè, che Sticchi Damiani venisse eletto presidente della Commissione.