{youtube width=”400″ height=”300″}Q62pEkIQD1g{/youtube}
Sono 29 le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip Cinzia Vergine, a conclusione di un’operazione che ha tenuto impegnata la guardia di finanza di Lecce, con la collaborazione del reparto SCICO di Roma, dal 2006 e che ha portato a smantellare 4 organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di sostanze stupefacenti tra Italia, Albania e Marocco.
L’operazione denominata “Black & White”, inizia nell’agosto 2006, quando ad Otranto le fiamme gialle di Lecce, intercettano un gommone con a bordo 4 albanesi – tutti arrestati – e mezza tonnellata di marijuana. L’attività investigativa prende piede grazie ai cellulari confiscati agli arrestati, che consentono una lunga serie di intercettazioni telefoniche e l’ascolto di molte conversazioni tra gli attori delle organizzazioni.
Grazie alle notizie recuperate, la guardia di finanza riesce ad impedire una lunga serie di scambi di sostanze stupefacenti, tra il 2006 e il 2008, arrestando in flagranza di reato 14 persone e sequestrando in tutto 684 kg di marijuana, 64 kg di hashish, 5 kg di eroina e 1 kg di cocaina.
Lentamente vengono alla luce i dettagli e le fiamme gialle si rendono conto di avere a che fare con 3 organizzazioni distinte facenti capo ad un’unica persona, Emanuele Macchia, 35enne di Brindisi, più una quarta organizzazione autonoma, gestita da 8 marocchini.
In particolare la prima organizzazione, la più importante, ha operato tra Lecce e Brindisi dal settembre 2006 al febbraio 2008, periodo in cui si sono conclude le indagini. Dotata di una stabile struttura, era dedita all’importazione della droga in Italia dall’Albania, inoltre si occupava del traffico e della distribuzione sul mercato anche di ingenti quantitativi. Gli organizzatori erano Macchia – referente in Italia che si occupava delle consegne, dell’occultamento e della cessione a terzi, oltre al recupero dei crediti – assieme a Ilir Meto e ad Altin Avduramani, albanesi rispettivamente di 45 e 38 anni, che avevano il ruolo di tramite per i corrieri reclutati. Alle dipendenze degli organizzatori vi erano poi Arta Meto, 51enne di Tirana, Bledjon Kodra, 24enne nato a Valona, Attilio Salvini, leccese dell’84 e Danilo Vecchio, nato a Brindisi nel ’71.
Infine un uomo di fiducia di Meto, Shkelqim Isufaj, 35enne di Valona, si occupava del trasporto della droga e della sua introduzione in Italia. Al di fuori dell’organizzazione ma arrestato assieme agli altri, anche Besnik Bishqemi, albanese di 45 anni, che provvedeva a procurare le armi all’organizzazione – usando come linguaggio cifrato i nomi delle marche di automobili – dal barese Carlo Manco, anche lui in manette; tra le armi confiscate risulta anche un fucile kalashnikov assieme a 264 cartucce.
La seconda organizzazione ha invece operato tra Brindisi e Napoli da febbraio a novembre 2007 e anche questa faceva capo ad Emanuele Macchia, per spacciare ingenti quantitativi di marijuana ed eroina. Anche qui Macchia reperiva gli acquirenti in Italia, per la vendita sia all’ingrosso che al minuto. All’interno di questa organizzazione lavoravano anche Gennaro Vespero, Marco Boccia, Giuseppe Clemente, Gaetano Ferraiuolo, Girolamo Trapani e Assunta Vespero, tutti napoletani e Sebastiano Manni con Walter Margherito, di origini brindisine.
Tra Brindisi e Taranto infine l’impegno della terza organizzazione, che trafficava marijuana ed eroina sotto la direzione sempre di Macchia e di altre due persone: Elton Cobo, 35enne di Valona, Francesco Boccuni, 27enne di Taranto e di altri soggetti che non sono ancora stati identificati.
Nello specifico Cobo inviava per mezzo di corrieri la droga a Macchia e a Boccuni, i quali provvedevano poi a cercare gli acquirenti e a vendere le sostanze stupefacenti. Dal novembre del 2007 poi, l’organizzazione ha smesso di operare, perché Macchia, insospettito dai continui sequestri, aveva deciso di organizzare i viaggi della droga personalmente.
C’è infine un’altra organizzazione, la quarta, che ha operato indipendentemente da quelle di Macchia ma che è emersa dalle indagini e dai sequestri effettuati nei mesi scorsi. Si tratta di un’associazione a delinquere italo-marocchina che importava marijuana e hashish dal Marocco, grazie ad otto persone, tutte di origine africana, attraverso le intercapedini di alcuni mezzi che viaggiavano lungo la tratta Tangeri-Genova.
Hassan Mouhssine e Abdelhak Benettaib, di 39 e 48 anni e originari di Casablanca, avevano il ruolo di spedizionieri e grossisti, inoltre reclutavano i corrieri con cui portavano la droga in Italia, dove veniva recuperata, smistata e portata nelle varie regioni italiane, da Hamid Belhachmi, Said Khallady, Abdessamad Ellanani, Abderrahmane Mouhssine ed Elias Rafik, che abitano nella Penisola e nel Salento.
In totale delle 29 ordinanze – eseguite tra Lecce, Bari, Brindisi, Foggia, Taranto, Napoli, Pescara, Livorno, Torino e Milano – 10 erano già state eseguite dall’inizio dell’operazione, altre 9 sono state portate a termine in questi giorni, mentre le ultime 10 sono ancora in sospeso, perché riguardano albanesi e marocchini che al momento potrebbero trovarsi in Patria, per cui bisogna attendere che vengano rintracciati ed estradati.
Il Procuratore della Repubblica, Cataldo Motta, ha espresso particolare soddisfazione, sia per il lavoro della Guardia di Finanza di Lecce, che per la collaborazione con lo stato dell’Albania, con cui negli ultimi anni si sono fatti numerosi accordi per operare più facilmente in comune e per velocizzare le operazioni di estradizione in casi come questo.