Ancora qualche giorno in Svizzera, per il procuratore Cataldo Motta. Valutare ogni elemento disponibile, acquisire i risultati degli ultimi accertamenti condotti, scambiare le informazioni con il procuratore federale elvetico Pierluigi Pasi è diventato fondamentale, nel corso di quest’ultimo mese
che Massimo Buonerba dovrebbe trascorrere in carcere. Dovrebbe, a meno che il gip Antonia Martalò decida di scarcerarlo, accogliendo l’istanza avanzata dal suo legale, l’avvocato Sabrina Conte.
Il cardiologo Giuseppe Ruberti e lo psichiatra Domenico Suma, incaricati dal giudice per le indagini preliminari di condurre la perizia per accertare la compatibilità delle condizioni di salute del professore leccese (che la procura accusa di concussione nell’ambito dell’inchiesta sulla realizzazione del filobus) con il regime carcerario, hanno escluso che i suoi problemi cardiaci rendano necessaria una misura cautelare alternativa. Per questo anche la procura ha espresso parere negativo. Il pm Antonio De Donno, che con Motta conduce l’inchiesta, ritiene che Buonerba debba restare in carcere, anche perché non sono cessate le esigenze cautelari. Innanzitutto il rischio di inquinamento probatorio, come ha sottolineato il Tribunale del riesame, ma anche il pericolo di reiterazione del reato, sulla base dei rapporti che l’indagato avrebbe intessuto nel corso degli anni, grazie alla sua posizione, pure nell’ambito degli ambienti massonici.
Prosegue sull’asse Lecce-Lugano l’inchiesta che ha fatto luce sulle presunte tangenti che Buonerba avrebbe ricevuto nell’ambito della realizzazione del filobus. Oltre 2 milioni e mezzo di euro sono stati rinvenuti nei conti correnti detenuti dal professore leccese in due diverse banche di Lugano. Solo il progettista del filobus Giordano Franceschini, già arrestato poi scarcerato dal Tribunale del riesame, ha dichiarato di avergli consegnato 659mila euro “anche per la partecipazione al gruppo politico di AN, di cui Buonerba faceva parte”. Soldi versati- ha detto il professore perugino- per ottenere l’incarico a Lecce, ma anche per ottenere ulteriori eventuali incarichi, fuori dal Salento.
La scarcerazione di Buonerba è stata già esclusa, il mese scorso dal tribunale del riesame, che però ha riformulato l’accusa ipotizzata in capo all’ex consulente giuridico della Poli, da concussione in corruzione, dimezzando così i termini di custodia cautelare in carcere, da 6 a 3 mesi. Per i giudici del Tribunale delle libertà Buonerba non avrebbe indotto, forte della sua posizione, Franceschini a pagargli tangenti. Tra i due indagati ci sarebbe stato invece un accordo corruttivo. Contro l’ordinanza del riesame, la difesa di Buonerba ha già presentato ricorso per Cassazione. Quando si svolgerà l’udienza davanti alla Suprema Corte, Buonerba sarà già sicuramente uscito di prigione.
Gli investigatori lavorano senza sosta, seguendo ad uno ad uno, tutti i fili conduttori di questa inchiesta. Motta nelle scorse è tornato dalla Svizzera. Gli uomini del nucleo di polizia tributaria, a Lecce, dove sono stati condotti numerosi ascolti per accertare quanto, nel corso degli interrogatori, ha dichiarato Franceschini.
Intanto, in carcere, Buonerba attende la decisione del gip.