Si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia Salvatore Polimeno, detto Andrea, 23enne di Lecce, raggiunto in carcere da una nuova ordinanza di custodia cautelare perché ritenuto responsabile dell’omicidio di Valentino Spalluto, il 20enne di Surbo, caduto sotto il fuoco
, per un clamoroso abbaglio del killer che colpì la persona sbagliata. Alla presenza dei suoi avvocati difensori Giovanni Battista Cervo e Anna Luigia Cretì, davanti la gip, il presunto omicida ha preferito tenere la bocca ben cucita specificando solamente di voler chiarire alcuni aspetti dell’intera vicenda. L’arresto è stato eseguito nella mattinata di martedì dopo un’indagine meticolosa condotta dagli agenti della squadra mobile di Lecce e dal sostituto procuratore Carmen Ruggiero. Il giovane, residente in via Siracusa, nella zona della 167, sarebbe stato incastrato dalle dichiarazioni fornite da alcuni ragazzini residenti nel quartiere che avrebbero, con le loro dichiarazioni, sgretolato il muro di omertà che molto spesso condiziona il quotidiano della zona. I giovanissimi hanno riferito agli inquirenti di aver riconosciuto Polimeno quando si è alzato la visiera del casco e ha impugnato la pistola dopo aver compiuto un paio di giri di perlustrazione attorno al perimetro della struttura Lecce Fiere, in Piazza Palio. Secondo le indagini, la vittima rimasta tramortita per terra non era l’obiettivo del killer. I tre colpi che non hanno lasciato scampo a Spalluto dovevano, invece, raggiungere un suo collega di lavoro, Alessandro Leo, un 27enne di Lecce, residente sempre nella zona della 167 con cui Polimeno, mesi addietro, aveva avuto alcuni contrasti legati a faccende di droga. Il presunto assassino sarebbe stato anche schiaffeggiato da Leo e per questo affronto avrebbe consumato la sua vendetta impugnando la pistola. Poi l clamoroso errore. La vittima designata scampata all’agguato e un giovane ucciso per sbaglio. E proprio ieri, i genitori di Valentino, in una conferenza stampa svoltasi presso lo studio del loro legale di fiducia, l’avvocato Francesca Conte, hanno voluto ribadire un concetto: “Vogliamo giustizia, non chiediamo vendetta”.