Due anni di reclusione. È la condanna inflitta, al termine del processo con rito abbreviato, a Marco Melcore, 39enne, operaio piastrellista di Cursi, ma residente ad Ala, in Trentino, arrestato il 26 luglio scorso dagli agenti del commissariato di Rovereto, con l’accusa di tentata violenza sessuale di gruppo, aggravata dallo stato di incoscienza della vittima.
Il salentino, insieme al presunto complice, il 27enne rumeno Ciprian Cojucaru, è accusato di avere tentato di abusare sessualmente di una 34enne albanese, dipendente di un bar in provincia di Trento. L’episodio contestato ai due risale al 22 giugno 2012, al termine al termine della partita di calcio, valevole per i campionati Europei, tra Germania e Grecia.
Quella sera, secondo l’accusa, Melcore ed il rumeno avrebbero avvicinato la dipendente all’interno del bar, quando la donna, colta da malore, si era sdraiata su un divanetto in una stanza attigua al salone principale del locale. Qui – secondo le indagini che, dopo circa un mese, portarono all’arresto di Melcore e Cojucaru – dopo avere socchiuso la porta, i due avrebbero immobilizzato e tentato di violentare l’albanese, ma furono interrotti da un cliente marocchino che, dopo averli scoperti affacciandosi sull’uscio della stanza, li aggredì con una spranga, riuscendo così a sventare lo stupro.
Gli avvocati dei due imputati erano riusciti a convincere anche il Pm a chiedere l’assoluzione perché il fatto non sussiste, ma il gip Dies ha pronunciato comunque la condanna a due anni, pur riconoscendo loro diverse attenuanti.
Melcore ha sempre professato la sua innocenza e, quel giorno, fu lui il primo a contattare i carabinieri, per segnalare la zuffa col marocchino. Inoltre, L’operaio salentino si trovava in compagnia della fidanzata e, dunque, non si sarebbe mai potuto rendere protagonista di una tentata violenza sessuale. Ma il giudice non è stato dello stesso avviso.
C.T.