CASARANO (Lecce) – Un’auto “telecamera” nel parcheggio dell’Ipermac in cui è stato ammazzato Augustino Potenza. Un delitto sincronizzato scandito da tempi e movimenti accordati. A distanza di giorni si fa sempre più strada l’ipotesi di un omicidio pianificato e compiuto da più soggetti. I due sicari avrebbero agito con le spalle coperte alla periferia di Casarano il 28 ottobre scorso. Un agguato con il coinvolgimento di più individui con ruoli assegnati e ben definiti. Gli investigatori stanno acquisendo, tassello dopo tassello, i particolari sulla dinamica della spietata esecuzione.
Un’auto avrebbe di fatto bloccato qualsiasi via di fuga di Potenza. Il mezzo, sul modello gli investigatori mantengono lo stretto riserbo, si sarebbe posizionato sulla parte posteriore dell’Audi A6 di colore grigio del 42enne di Casarano. Pochi secondi per sbarrare la strada e bloccare un’eventuale fuga. Il tempo strettamente necessario perchè i sicari piombassero sulla scena del delitto e aprissero il fuoco. Poi l’auto si è allontanata non appena i killer sono entrati in azione. Anche in questo caso il lavoro degli investigatori è stato agevolato dalle dichiarazioni fornite da alcuni testimoni che hanno riferito di aver notato un’auto posizionarsi in prossimità del lato posteriore dell’Audi A6. Un movimento, sul momento, apparso anomalo ma che, a distanza di giorni, getta una luce sinistra sulla dinamica dell’omicidio.
I sicari, con ogni probabilità, avevano dei fiancheggiatori. L’agguato è stato studiato a tavolino e pianificato. Senza lasciare nulla al caso sapendo di trovare Potenza nello spiazzo del parcheggio dell’Ipermac. A bordo della propria auto e con le vie di fuga anteriori sbarrate dal gabbiotto riservato ai carrelli dell’ipermercato. Subito dopo la sventagliata di kalashnikov ha azzerato qualsiasi possibile reazione della vittima. E per risalire all’identità dei malviventi c’è un altro indizio. I killer, o meglio colui che imbracciava l’arma da guerra, avrebbe compiuto una leggerezza proferendo offese in dialetto all’indirizzo di Potenza prima di aprire il fuoco. Un altro elemento acquisito dagli investigatori sulla scorta sempre delle dichiarazioni rilasciate da alcuni testimoni inizialmente sussurrate e poi confermate.
Nel frattempo le indagini proseguono. I carabinieri del Nucleo Investigativo, supportati dai colleghi della Compagnia di Casarano, hanno sentito i familiari e gli amici di Potenza ma non sarebbero emersi elementi che possano incanalare le indagini su un binario ben preciso. In Procura, poi, si susseguono gli incontri (l’ultimo nelle scorse ore) tra i sostituti procuratori Massimiliano Carducci e Guglielmo Cataldi con l’aggiunto Antonio De Donno.
Francesco Oliva