LECCE – Baraonda in aula durante il processo e il giudice chiude le porte per motivi di sicurezza. E’ accaduto in mattinata nell’aula Cappuccilli del Tribunale penale di viale De Pietro davanti al giudice monocratico Bianca Todaro. Il parapiglia si è verificato poco dopo le 11. In aula era in corso il processo a carico di Bairam Bairusi, 27enne di origini montenegrine ma residente a Casalabate. Il giovane, detenuto per circa 800 chili di marijuana sequestrati nell’estate di un anno fa, è accusato di aver esploso un colpo di pistola nel luglio del 2014 all’indirizzo del compagno della sorella perché contrario a quella relazione.
L’istruttoria odierna era iniziata con l’ascolto della persona offesa che ha dichiarato di non ricordare nulla dell’accaduto perché un anno dopo cadde da una scala mentre lavorava in campagna e da quel momento ha rimosso molti ricordi (anche la sparatoria). Subito dopo la sua deposizione è stato sentito anche l’imputato difeso dall’avvocato Christian Quarta. Dopo aver ricostruito i rapporti con il cognato, la madre di Bairusi (presente tra il pubblico) ha sussurrato un commento che ha comportato l’intervento di un carabiniere. Il militare ha invitato al silenzio la donna per non dover sgomberare l’aula suscitando la reazione stizzita di un altro familiare.
La discussione si è così spostata all’esterno dove i carabinieri del Nucleo Tribunale, al comando del luogotenente Alberto Anania, sono riusciti con estrema professionalità a ricomporre la situazione e a sbollire gli animi che si erano surriscaldati. L’istruttoria è proseguita. A porte chiuse, però, con tanti avvocati e testimoni di altri processi costretti a rimanere all’esterno. E a porte chiuse si svolgerà anche la prossima udienza a carico di Bairusi fissata per l’1 dicembre.