di Gaetano Gorgoni
LECCE – Sospetti, veleni e rabbia dovuta alla sconfitta alle politiche rischiano far esplodere da un momento all’altro il centrodestra. In molti cercano la via del dialogo, ma i fittiani danno fuoco alle polveri. In particolare Angelo Tondo, che nell’ultima battaglia elettorale ha aperto comitati per il suo leader in declino, Raffaele Fitto: il consigliere di Noi con L’Italia ha messo sul banco dell’incontro di questo pomeriggio i sospetti nei confronti di Grande Lecce, il gruppo ormai più numeroso di Palazzo Carafa che fa capo a Roberto Marti. I fittiani (ma non solo loro!) sono convinti che l’ex braccio destro del leader di Maglie abbia chiuso un accordo con Alessandro Delli Noci per agevolare la sua futura corsa da sindaco e per tenere in piedi, momentaneamente, Salvemini. Del resto, essendo finito in minoranza, il destino dell’attuale sindaco è nelle mani dei suoi avversari. Insomma, crollate le vecchie leadership con le recenti politiche, secondo questo retroscena, il vicesindaco potrebbe rientrare nel centrodestra per le prossime comunali, rappresentando un’alternativa alla coalizione in cui dominavano i fittiani.
È anche vero che, sulla base di questi scenari, anche alcuni trombati del centrodestra alle scorse comunali hanno aperto un dialogo col vicesindaco. Tutti i big, però, nell’odierna riunione hanno messo sul banco degli imputati Marti, chiedendo di venire allo scoperto: avrebbero preteso “atteggiamenti lineari o assunzione di responsabilità”. Ora il parlamentare leghista si è rafforzato tanto da poter incidere pesantemente sugli equilibri politici di Palazzo Carafa. Qualcuno è convinto che Delli Noci abbia indirizzato i suoi voti al Senato per Marti e alla Camera per il Movimento 5 Stelle. Fantapolitica per Roberto Marti e per i suoi: si tratta solo di congetture. Secondo Grande Lecce, Angelo Tondo vuole andare al voto al buio solo per un suo tornaconto personale. Ma i fittiani respingono “questa accusa insensata”, anche perché “l’inciucio lo stanno facendo loro” e “tutt’al più far cadere subito Salvemini è una questione di coerenza”. “Si tratta di veleni dovuti alla sconfitta subita dai fittiani” – commentano dallo staff di Marti.
La “linea Marti” è stata già resa nota durante le politiche dallo stesso senatore leghista: “Niente salti nel buio, il centrodestra non è pronto. Dobbiamo lavorare per il bene della città e poi andare al voto, quando saremo veramente pronti. Non si può continuare a perdere come si è fatto in Regione per 15 anni”. Vista la riunione di questa sera, in cui si sarebbe dovuto discutere di piccole formalità che riguardano il Consiglio di lunedì (ad esempio, lo spostamento di Monosi nella Commissione Bilancio), non è che il leader di Grande Lecce abbia tutti i torti. Non c’e una linea comune di coalizione sul metodo di selezione del futuro candidato sindaco, non c’è unità sul fronte programmatico del bilancio e su quale debba essere il perimetro del centrodestra. A questo si aggiungono i veleni delle politiche. Eppure, Marti, che stava traghettando anche i fittiani verso la Lega, non ha sbagliato le sue mosse. Forse non le sbaglierà nemmeno a Palazzo Carafa.