di Leonardo Bianchi
LECCE – Prima Lecce abbassa gli scudi sulla vicenda di Piazza Libertini: Finamore ritira la sua mozione a favore dei commercianti. Ormai c’è l’accordo con l’amministrazione: basta affittare le casette di legno, che si usano anche nelle grandi capitali europee. Quindi i commercianti sono stati ascoltati e per Natale il problema è risolto. Diversa è la questione della permanenza su quella piazza: quando scadranno le autorizzazioni, il Comune è determinato a trasferire anche chi si ostina a restare. Tutti dovranno andare a Settelacquare. Tra le mozioni discusse anche quella delle telecamere negli asili: c’è stato un vero e proprio scontro su questo tema che sta molto a cuore del centrodestra.
“Dopo aver tentato con una pregiudiziale del consigliere Molendini di evitare la discussione della mozione di centrodestra per introdurre le telecamere negli asili comunali, in seguito ad una lunga e accesissima discussione in aula… siamo riusciti ad andare ai voti! – spiegano Federica De Benedetto e Andrea Guido –
Con 14 voti favorevoli e 14 contrari, la mozione è stata respinta… Quindi: nonostante l’approvazione alla Camera, migliaia di firme raccolte e gli ultimi avvenimenti di cronaca, la sinistra NEGA il sistema di video sorveglianza a tutela dei piccoli leccesi”.
“Bocciata anche la seconda mozione, viene nuovamente negata la possibilità di utilizzare i sistemi di video sorveglianza negli asili pubblici comunali da parte della maggioranza di Palazzo Carafa.
Dopo aver tentato con una pregiudiziale del Consigliere Molendini di evitarne anche la discussione, in seguito ad un lungo ed accesissimo dibattito in aula, siamo riusciti, alla fine, ad ottenere che venisse messa ai voti. Ma con 14 voti favorevoli e 14 contrari, la mozione, purtroppo, è stata ancora una volta respinta.
Nonostante l’approvazione alla Camera, migliaia di firme raccolte e gli ultimi avvenimenti di cronaca, la sinistra leccese nega ancora il sistema di video sorveglianza a tutela dei piccoli leccesi.
Lo scorso 17 luglio in Consiglio Comunale promuovevo una formale mozione che ritenevo importante per la sicurezza dei bambini e sostanziosa per la tranquillità dei genitori.
L’idea che sottoponevo invano all’Assise cittadina si riferiva all’installazione di sistemi di video sorveglianza a circuito chiuso con immagini cifrate negli asili pubblici comunali (nido e scuole per l’infanzia), con divieto di accesso alle registrazioni salvo in caso di notizia di reato.
Proponevo, inoltre, di predisporre forme di incentivo attraverso defiscalizzazione di tributi comunali per tutti gli altri asili e per tutte le strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali che avrebbero deciso di utilizzare detti sistemi di video sorveglianza, nel rispetto della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, di concerto con le organizzazioni sindacali e previo consenso degli interessati o dei loro tutori se minorenni o incapaci.
Una bella iniziativa. Non trovate? Utile. Assennata. Rispettosa della privacy. Ma fu bocciata dai consiglieri fedeli a Salvemini e a Delli Noci.
La maggioranza di Palazzo Carafa, arrampicandosi sugli specchi, senza riuscire a dare una spiegazione plausibile, decise di votare contro. Forse solo per semplice presa di posizione. Per principio.
Lo scorso 3 ottobre, poi, l’Autorità Garante l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano, nel corso dell’audizione sostenuta innanzi alle commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavoro della Camera dei Deputati, ha sostenuto che la previsione di sistemi di video sorveglianza da installare all’interno delle strutture, previsti dalle proposte di legge all’esame delle stesse commissioni, può essere un valido strumento di prevenzione e di contrasto.
Secondo l’Autorità Garante va compiuto, nel superiore interesse del minore, un bilanciamento tra la tutela dell’incolumità fisica dei bambini e la loro riservatezza, che può essere operato, come proposto, con sistemi di video sorveglianza a circuito chiuso. ‘Immagini che potranno essere visionate solo dalle forze dell’ordine, previa autorizzazione dell’autorità giudiziaria in caso di notizia di reato’ – ha precisato Filomena Albano.
Per questo motivo, dopo la raccolta firme organizzata da tutti i colleghi del centro destra leccese, insieme agli altri colleghi del centro destra, Federica De Benedetto in primis, avevo deciso di ripresentare una nuova mozione al fine di cercare di smuovere le acque e, soprattutto, le coscienze dei consiglieri di Salvemini e Delli Noci, con la speranza che, almeno per una volta, potessero prendere una decisione in piena autonomia e nel rispetto delle proprie coscienze e dell’impegno assunto innanzi agli elettori, mettendo da parte gli interessi politici di coalizione.
Ma nulla! Il centro sinistra e le civiche del vice Sindaco hanno negato nuovamente di rendere una risposta concreta ai numerosi casi di bambini, ma anche di disabili e anziani, picchiati e maltrattati da chi avrebbe dovuto accudirli”.
LA REPLICA DI GABRIELE MOLENDINI: “IL COMUNE NON PUÒ LEGIFERARE SU MATERIE DI COMPETENZA GOVERNATIVA”
“Oggi per la seconda volta il consigliere Guido ha riproposto la mozione già presentata (e bocciata a luglio) per installazione di telecamere negli asili nido comunali e vuole comunali per l’infanzia – spiega il consigliere Molendini –
Un cumulo di inesattezze o invenzioni vengono riportate su social e media in ragione delle sciocchezze dichiarate dai proponenti.
Facciamo chiarezza: sono stato io a proporre una questione pregiudiziale perche non si discutesse la mozione Guido: perchè la stessa mozione era stata già discussa e bocciata a giugno e si poteva riproporre solo in un quadro normativo cambiato.
Il che non è. Ha dichiarato Guido che la legge è stata approvata in Parlamento il 28 ottobre:NON È VERO.
È stata per ora approvata solo alla Camera. Differenza non da poco! Già due anni fa analoga proposta di legge approvata da un ramo del Parlamento si è arenata.
Ma perché non la approvate in Comune? (Chiedono alcuni)
Semplicemente perché, come spiegato a Guido ed ai suoi, occorre che intervenga prioritariamente una legge nazionale o regionale che disciplini le modalità di acquisizioni dei dati sensibili. Senza una legge nazionale o regionale (la sta facendo anche la Regione Lombardia) NON SI PUÒ FARE.
Perciò altre mozioni, passate in qualche Comune, sono rimaste lettera morta, perché non è possibile per i Comuni deliberare in merito senza una legge nazionale o regionale.
Questa cosa è stata detta e ridetta in aula, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Alcuni però trovano gradevole fare politica atteggiandosi a difensori dei bambini.
Eppure lo avevo detto chiaramente in aula che la cosa si sarebbe potuta tranquillamente discutere una volta approvata la legge.
Ma tant’è…
Ho precisato che, come già spiegato dalla voce della maggioranza in luglio, la posizione non attiene al merito, ma al diritto. Il Comune non può disporre delle competenze dello Stato o della Regione in assenza di legge quadro”.
Link Sponsorizzato