CIRÒ MARINA/ LECCE – Infanticidio ed occultamento di cadavere: sono le accuse con cui è indagata una badante straniera residente in un paesino nei dintorni di Gallipoli, dove si è trasferita recentemente in cerca di un nuovo lavoro, dopo avere seppellito il figlioletto morto nel giardino della villa in cui lavorava.
I fatti di cui è accusata la donna – una giovane moldava di 22 anni – risalgono allo scorso Natale, periodo in cui la straniera lavorava presso un’abitazione di Cirò, in provincia di Crotone. E dove lo scorso 26 marzo, durante alcuni lavori di manutenzione nel giardino, è spuntata una busta contenente il corpicino di un neonato in avanzato stato di decomposizione.
Le indagini dei carabinieri, subito orientate verso chi frequentava l’abitazione, hanno in breve permesso di risalire alla 22enne moldava, che aveva lavorato in quella casa sino alla fine dello scorso dicembre, salvo poi lasciare la cittadina calabrese e trasferirsi nel Salento.
Rintracciata nelle scorse ore dai carabinieri di Cirò in un paese a pochi chilometri da Gallipoli, la ragazza – come detto – è ora indagata per i reati di infanticidio ed occultamento di cadavere. La giovane mamma ha ammesso ai carabinieri di avere seppellito nella villetta il figlioletto, che a suo dire era nato morto. L’autopsia sul corpicino del neonato chiarirà se la donna abbia detto la verità anche sulla morte del piccolo.
Al neonato è stato dato il nome di Francesco Nicodemo, i santi protettori di Cirò. Il comune calabrese ha già manifestato la disponibilità a sostenere le spese per il funerale.