Designazione del presidente dell’Accademia di Belle Arti, ci sono già 4 nomi sul tavolo, tra cui Manca e Ciracì: scoppia la polemica

di Gaetano Gorgoni

LECCE – Domani il Consiglio Accademico è convocato, presso la sala riunioni della Direzione dell’Accademia, per la designazione della terna da cui sarà individuato il nome del nuovo presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Lecce per il triennio 2019-2022. Ai sensi del DPR 31/10/2006 n.295 ciascun componente del Consiglio Accademico propone un massimo di tre nominativi, insieme alla dichiarazione di disponibilità e al curriculum del nome proposto. Un gruppo di professori ha proposto il nome di Simona Manca (ex assessore alla Cultura nella giunta Gabellone, che facendo diritto di scuola ha spesso seguito i docenti in alcuni ricorsi riguardanti l’Accademia), ma c’è anche Nicola Ciracì, ex presidente del Conservatorio prima di Biagio Marzo (oggi membro del CdA del Conservatorio nominato da Gabellone, pur essendo brindisino), ex militante fittiano (già in Parlamento grazie a Fitto, che scelse di dimettersi da deputato per lasciargli il posto), oggi vicino all’area Marti. Gli altri due sono Marcella Rucco e Puzzovio (un revisore dei conti).

Fare il presidente di un’Istituzione così complessa non è facile: ci vogliono grande esperienza e profili alti. Alcuni nomi in campo sono già noti al mondo della politica e stanno scatenando le polemiche interne. Curriculum e dichiarazioni di disponibilità vengono depositati 24 ore prima nell’Ufficio Protocollo per essere vagliati dai componenti del Consiglio Accademico. “Ci vorrebbero candidature  di più alto profilo – polemizza qualcuno – Alcune di quelle in campo hanno solo un importante profilo nel mondo della politica”. I quattro nomi in campo hanno deluso alcuni componenti del Consiglio. Per altri docenti, invece, le cose vanno bene così.

“Il problema è più complesso e andrebbe discusso differentemente – commenta su Facebook il dottore Antonio Montinaro – Il Consiglio Accademico sceglierà in base ai curricula presentati da chi ha fatto domanda. La nomina non è a chiamata. Nel privato si fa così. Semmai bisognerebbe chiedersi perché la scadenza e il rinnovo del CDA non sono stati di dominio pubblico! Solo i pochi ben informati, che hanno possibilità di accesso agli atti, hanno potuto fare domanda. L’ok definitivo, immagino, arriverà comunque dal Ministero competente. E non c’è dubbio che la scelta sarà politica, come sempre. Indipendentemente dalla bontà dai curricula presentati. Le cose vanno in Italia così da sempre e nulla cambia mai. Conosco i candidati e con alcuni di essi ho rapporti di amicizia e non mi esprimo, quindi, sulla scelta”. Domani la resa dei conti.