di F.Oli.
SQUINZANO/ TREPUZZI (Lecce) – Pretendeva merce gratis facendo leva sulla sua caratura criminale. In carcere, nella giornata di oggi, è finito Emiliano Vergine, 42 anni originario di Squinzano, ma residente a Trepuzzi, arrestato dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina e ritenuto dagli investigatori appartenente alla Scu operante nel nord Salento.
L’uomo, già noto, attualmente si trovava agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, perché coinvolto nell’indagine “Vortice Deja-vù”, per la quale è stato condannato anche in Appello a nove anni e quattro mesi di reclusione.
Nonostante i recenti guai con la Giustizia, Vergine avrebbe proseguito nella sue “imprese” criminali. Nei mesi scorsi, infatti, la Dda di Lecce ha avviato un’indagine sul suo conto per acquisti di merce (tra cui mobili, capi d’abbigliamento, prodotti di rosticcera, bevande e frutta) da varie attività commerciali senza pagarli. Il tutto perché Vergine si avvaleva della sua caratura criminale per intimorire le vittime di turno, titolari di negozi tra Squinzano e Trepuzzi.
Come emerso dalle indagini, Vergine avrebbe talvolta inviato la moglie per effettuare gli “acquisti” dalle varie attività commerciali. Ed in qualche occasione la donna avrebbe anche “pagato” la merce con assegni poi rimasti insoluti.
Sulla scorta degli accertamenti coordinati dal pubblico ministero Carmen Ruggiero, il gip Edoardo D’Ambrosio ha disposto la custodia cautelare in carcere per Vergine, con l’accusa di estorsione continuata ed aggravata dalle modalità mafiose.
L’uomo è stato così accompagnato presso la casa circondariale di Lecce e, nei prossimi giorni, comparirà davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia, assistito dall’avvocato Rita Ciccarese.