SALENTO – Per anni avrebbe mantenuto il silenzio su quelle squallide attenzioni che il padre adottivo le avrebbe riservato. Poi, da adolescente, ha deciso di liberarsi di paure, traumi e violenze. Al fidanzatino ha riversato le confessioni e supportata da quel ragazzo che ha indossato i panni dell’uomo adulto ha avuto la forza di denunciare chi l’avrebbe dovuta accudire, crescere ed educare. Ed è scappata da casa probabilmente senza ricevere la necessaria tutela dalla madre adottiva e trovando un buen retiro nel Centro Antiviolenza “Renata Fonte”.
Da giugno del 2018 il patrigno, un 70enne residente in un comune della Grecìa salentina, è in carcere mentre la ragazzina si trova in una località sicura dove potrà costruirsi un futuro cercando di mettersi alle spalle anni e anni difficili e turbolenti. Nel frattempo l’uomo dovrà sostenere un processo con le accuse di atti sessuali e violenza sessuale aggravata come stabilito dal gup Giovanni Gallo (allineandosi alla richiesta del pubblico ministero Stefania Mininni) a conclusione dell’udienza preliminare. Comparirà sul banco degli imputati a partire dal prossimo 7 dicembre davanti ai giudici della prima sezione penale sulla scorta delle indagini condotte dai carabinieri della stazione del posto che, con sensibilità e discrezione, hanno portato avanti gli accertamenti.
I presunti abusi sarebbero iniziati nel 2009 quando la ragazzina (ora 20enne) aveva appena 9 anni. Il patrigno avrebbe allungato le mani sulla figliastra in diverse occasioni. Spesso di notte. A volte approfittando dell’assenza della moglie. E nell’estate del 2017 le proprie perversioni sarebbero state rivolte anche ad un’amichetta della figliastra. Sulla scorta di una dettagliata informativa dei carabinieri della locale stazione il gip Cinzia Vergine ha spiccato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’uomo che non avrebbe esitato a palpeggiare e violentare figliastra e amichetta nel chiuso di una casa.
Le due ragazze saranno presenti nel processo. Si sono costituite parte civile con gli avvocati (la figliastra con l’avvocato Ester Nemola, l’amichetta con Francesco Calabro). L’imputato, invece, è assistito dagli avvocati Francesco Zacheo e Riziero Angeletti.