SALENTO – Un nuovo decreto che anticipa, forse, un lockdown totale. Per ora le città si spegneranno alle 18 quando pub e ristoranti saranno costretti ad abbassare le saracinesche. Chiuse anche piscine e palestre. Restano aperti i negozi, parrucchieri e centri estetici. Vietate cerimonie e riunioni familiari. Raccomandazioni a non spostarsi se non per lavoro e necessità. Un mini lockdown per vagliare la risposta che il comportamento degli italiani darà alle nuove regole. Un grave danno per chi ha investito soldi, tempo e risorse per riaprire in tutta sicurezza.
Ma bisogna fare i conti con la seconda ondata di un virus che galoppa sulle spalle degli irresponsabili. Di quelli che “la mascherina non mi fa respirare”, di quelli che “ il covid è solo un’influenza”, di quelli che “ basta, lasciateci vivere liberi”. Troppo semplice pensare a se stessi e prendersela poi con l’attuale Governo su cui grava il compito di contenere non solo il covid ma anche il comportamento di alcuni italiani. Dei negazionisti, perlopiù. E, soprattutto, di affrontare in pochi mesi il problema sanità che fa acqua da tutte le parti.
Certo, anche dall’alto le colpe non sono mancate. Pensiamo alle riaperture immediate di discoteche e Regioni senza neanche l’accorgimento di un sierologico. Pensiamo ai soldi buttati in oggetti inutili che non tutelano certo dal contagio. Banchi con rotelle e monopattini. Questi ultimi, qualche settimana dopo aver raccomandato a tutti di non usare le biciclette perché, in caso di caduta c’era il forte rischio che i reparti di ortopedia non avrebbero potuto garantire assistenza, salvo poi a dare incentivi per il loro acquisto.
E poi, invece, ci sono i soldi del Mes, il fondo salva stati che, visto l’impatto economico negativo legato alla pandemia, è sicuramente meglio avere che non avere al netto di ogni ideologia. Si tratta di 37 miliardi che servirebbero a costruire anche una nuova sanità su cui, nel decennio scorso, si è investito troppo poco e molto male. Ma manca un progetto, una visione unitaria di un Paese ormai allo stremo per colpa di una vecchia classe politica che non si è mai posta come obiettivo il bene comune.
Mancano unità di intenti e obiettivi comuni. Si parla troppo, si agisce poco e per ogni azione si perde più tempo a rispondere alle critiche. Troppo semplice fare opposizione ad un Governo in affanno in tempo di pandemia. Ma sino ad ora i partiti e i loro rappresentanti cosa hanno fatto per la sanità? Nulla, proprio nulla. Quindi, per favore, non prendiamocela con Conte.