LECCE – Oltre 20 anni di reclusione. Queste le richieste di condanna invocate al termine del processo in abbreviato nei confronti degli imputati coinvolti nell’inchiesta sui presunti ammanchi legati agli ingressi e gli incassi all’interno del Castello Carlo V, attività gestita da un consorzio di imprese. La pm Rosaria Petrolo ha invocato 4 anni e 8 mesi per Stefano Ramires, 49 anni, presidente della società cooperativa “Oasimed”, con sede legale a Lecce; tre anni e quattro mesi ciascuno per Marina Quarta, 51enne di Lizzanello, presidente di “Theutra”, (rispetto alla quale ha chiesto l’assoluzione per assenza di riscontri solo dal capo d’accusa relativo all’utilizzo di fatture); per il suo vice Paolo De Rinaldis, 49 anni, di Lizzanello; per Anna Maria Cafiero, 77 anni, originaria di Brindisi ma residente a Lecce, consigliera della stessa società; per la vice presidente della cooperativa “Oasimed” Raffaella De Luca, 49, di Galatina, e per il vice presidente Marco Bianchi, 46, di Lecce, consigliere della stessa società.
Alle Cooperative era affidata la gestione del servizio di informazione ed accoglienza turistica oltre a tutta una serie di attività collaterali all’interno del Castello Carlo V per la durata di cinque anni e avevano l’incarico di percepire e rendicontare le somme derivanti dall’esercizio dei servizi connessi al turismo cittadino. Le cifre intascate sarebbero ragguardevoli: 73mila e 244 euro (tra la voce ingresso mostre e l’ingresso nel castello oltre al servizio bookshop).
Dopo una serie di perquisizioni nelle sedi delle società gli investigatori avrebbero accertato come le coop non avrebbero versato al Comune o lo avrebbero fatto in ritardo il 20% sugli incassi entro le scadenze previste: le somme relative al primo e al secondo semestre pari a poco più di 8mila euro sarebbero state versate il 26 settembre del 2019 ovvero nel corso del quarto semestre; mentre le somme relative al terzo semestre pari a 5mila e 400 euro non sarebbero risultate versate in quella stessa data. E fiutando il business, le Cooperative avrebbero lucrato anche sull’allestimento della mostra del fotografo statunitense Elliot Erwitt, noto per i suoi scatti in bianco e nero, organizzata nell’ala della sala Magista del Carlo V dal 20 aprile del 2018 al 9 settembre dello stesso anno.
Il Comune avrebbe di fatto accettato un cofinanziamento per l’allestimento di foto e banchetti informativi nonostante le Cooperative, secondo l’accusa, abbiano gonfiato i costi sostenuti tramite l’emissione di tre fatture per operazioni inesistenti con l’ausilio della terza Cooperativa: servizi pubblicitari, nello specifico, relativi a visite guidate per un importo complessivo di 45mila euro strumentale a non versare al Comune il 20% delle somme incassate per il periodo di svolgimento della mostra. E anche in questo caso si parla di somme considerevoli se si stima che tra incassi per visita al castello, mostra e vendita di gadget e libri, la mostra avrebbe fruttato ben 128mila euro. La somma oggetto del presunto peculato, specificata oggi dalla pm, in apertura di udienza con la conseguente modifica del capo di imputazione, è di 14mila euro.
Dopo la requisitoria, ha discusso l’avvocato Michele Reale (in sostituzione del collega Pierpaolo Schiattone), per conto del Comune di Lecce (parte civile al processo), e gli avvocati difensori Amilcare Tana e Luigi Quinto. Nella prossima udienza, il prossimo 12 gennaio, si chiuderanno le discussioni della difesa, con l’arringa dell’avvocata Ivana Quarta. Subito dopo il giudice per l’udienza preliminare Alcide Maritati si chiuderà in camera di consiglio per emettere la sentenza.