MAGLIE (Lecce) – Pretendeva che la convivente andasse in spiaggia senza biancheria intima e in topless e che facesse sesso con lui ogni giorno coinvolgendola in rapporti anche con altri uomini. Calci e pugni in altre circostanze. E in una circostanza le avrebbe fatto persino perdere i sensi. E poi costringeva la moglie a consumare momenti di intimità contro la sua volontà. Per queste e altre imputazioni, un 39enne di Maglie era finito sul banco degli imputati.
Il processo, davanti ai giudici in composizione collegiale (Presidente Roberto Tanisi), si è chiuso con un verdetto di assoluzione: sia per il reato di maltrattamenti in famiglia che per quello di violenza sessuale. Perché l’uomo rispondeva anche di quest’accusa. La pm Giorgia Villa aveva chiesto la condanna (a 2 anni di reclusione) solo per i maltrattamenti. Premiata così integralmente la linea difensiva dell’avvocato Luigi Corvaglia.
Offese, epiteti, insulti anche alla figlia mentre faceva ginnastica. Umiliazioni, manifestazioni di violenza fisica (mani sul collo, calci e pugni, minacce di morte, un coltello tra le mani). Tutte queste vessazioni avevano convinto la moglie ad abbandonare il tetto coniugale e a riparare a casa dei genitori. Dopo la denuncia è scattata l’inchiesta sfociata in un verdetto di assoluzione perché i reati non sussistono.