SALENTO – Ventotto persone in carcere, altre 9 agli arresti domiciliari. Sono i numeri del blitz antimafia condotto alle prime luci dell’alba nel Nord Salento, dove i carabinieri hanno smantellato un’agguerrita associazione per delinquere che avrebbe operato tra la città di Lecce ed i comuni di Carmiano, Veglie, Leverano, Porto Cesareo, Novoli e Monteroni di Lecce.
Nei confronti dei 37 indagati, la Direzione distrettuale antimafia di Lecce contesta – a vario titolo – i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e da guerra nonché ordigni ad alto potenziale esplosivo, estorsione, numerosi danneggiamenti a seguito di incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso. L’ordinanza è stata disposta dalla gip Anna Paola Capano su richiesta del pm Alessandro Prontera.
In carcere sono finiti: Fernando Nocera, 68 anni, detto lo “zio”; Evelina Nocera, 70 anni, di Lizzano ma domiciliata a Lecce; Caterina Bisconti, 42 anni, di Carmiano; Amalia Cadavero, 37 anni, calabrese residente a Veglie; Valentino Cadavero, 35 anni, calabrese residente a Veglie; Giorgio Centonze, 43 anni, di Carmiano; Gianluca Cirfeta, 47 anni, di Veglie, detto “Gianni bianca”; Stefano Ciurlia, 54 anni, di Carmiano ma residente a Lecce; Simone Coppola, detto “Simonetta”, 22 anni, di Carmiano; Stefano Coppola, 44 anni, di Magliano; Giuliana Cuna, 49 anni, di Monteroni; Antonio D’Agostino, 51 anni, di Camiano ma residente a Monteroni, detto “Tony” e “Caramella”; Alessio De Mitri, 32 anni, di Carmiano ma residente a Copertino; Damiano De Pascalis, 56 anni, di Magliano; Marcello Fella, 63 anni, di Carmiano; Vito Giancane, 34 anni, di Monteroni; Alberto Maldarella, 48 anni, di San Pietro Vernotico ma residente a Novoli; Pierpaolo Panarese, 40 anni, di Lecce; Fabrizio Panzanaro, 53 anni, di Veglie; Giovanni Perrone, 56 anni, di Monteroni, detto “Terremoto”; Salvatore Perrone, 57 anni, di Trepuzzi, detto “Friculino”; Antonio Pezzuto, 42 anni, di San Pietro Vernotico ma residente a Carmiano, detto “Mendularu”; Andrea Podo, 46 anni, di Monteroni ma residente a Lecce; Giovanni Saponaro, 55 anni, di Veglie; Gabriele Tarantino, 44 anni, domiciliato a Monteroni; Daniele Vitale, 39 anni, di Novoli; Antonio Ezio Vitale, 64 anni, di Novoli, detto “Saracino”.
Le ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari hanno invece interessato: Mirko Attanasio, 29 anni, di Carmiano, detto “Scarpuzza”; Luca Carogiulo, 26 anni, di Carmiano, detto “Sughetto”; Giammarco Zecca, 22 anni, di Leverano, detto “Baida”; Cosima Lupo, 46 anni, di Copertino ma residente a Veglie; Daiana Coppola, 22 anni, di Magliano; Andrea Carogiuli, 47 anni, di Carmiano; Marco Matino, 50 anni, di Leverano, detto “Mattone”; Cristian Stella, 28 anni, di Lecce; Fabio Feliconi, 33 anni, di Lecce e Maicol Screti, 27 anni, di Trepuzzi.
L’indagine, condotta dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina e coordinata dalla Dda leccese, ha avuto inizio nel mese di dicembre 2020 ed è durata sino allo scorso mese di giugno 2023. L’attività investigativa ha consentito di acquisire un solido quadro indiziario a carico degli indagati, svelando come Fernando Nocera, presunto vertice della consorteria mafiosa che, nonostante fosse in regime restrittivo degli arresti domiciliari, avrebbe ordito le trame del controllo del territorio attraverso “azioni spartane” con attentati dinamitardi ed incendiari ai fini estorsivi nonché attività di traffico di sostanze stupefacenti, per mezzo di un’articolata e ben strutturata associazione criminale.
L’inchiesta antimafia ha permesso di acquisire elementi investigativi di riscontro riguardo a 26 episodi incendiari e dinamitardi nei confronti di esercizi commerciali, autovetture, cantieri, aziende agricole ed immobili. Ed anche relativamente a danneggiamenti mediante colpi d’arma da fuoco in danno di abitazioni e l’esplosione di ordigni ad alto potenziale micidiale, di fattura artigianale, fatti deflagrare all’esterno di alcune strutture ricettive.
La forza intimidatrice dell’associazione mafiosa, secondo gli investigatori, sarebbe stata tale da imporre sul territorio una condizione di assoggettamento e omertà dei cittadini tanto che, in alcuni casi, non sono state nemmeno presentate denunce. Nel mirino dell’organizazzione criminale sarebbero finiti anche alcuni imprenditori locali, operati in diversi settori, che avrebbero subito incendi di mezzi, per danni di centinaia di migliaia di euro: tra questi attentati, l’incendio di 5 mezzi ai danni di una società operante nel settore pubblicitario e il rogo di diversi escavatori di un’altra ditta edile.
Nel corso delle indagini, i militari hanno eseguito ben 20 arresti in flagranza di reato e sequestrato – oltre a 20.000 euro in contanti, probabile provento dell’attività di spaccio – oltre 30 chili di marijuana, 2 chili di cocaina, 1,5 chili di hashish ed anche una maxi piantagione illegale di cannabis indica, costituita da circa 800 piante, rinvenuta nella campagna di Novoli. E poi, ancora, tante armi clandestine e fucili. Perfino una penna-pistola: una biro modificata ad arte per renderla pari ad un’arma da sparo, a riprova dell’efferatezza e della spregiudicatezza del clan.
Gli esiti dell’attività investigativa dei carabinieri hanno consentito di definire l’organigramma del sodalizio, il perimetro geografico di influenza, le attività illecite svolte, il ruolo dei sodali, le dinamiche interne ed esterne e, in generale, di delineare tutti i connotati tipici delle associazioni mafiose.
Al blitz, oltre ai carabinieri del Comando provinciale di Lecce, hanno partecipato anche lo squadrone Eliportato “Cacciatori di Puglia”, il nucleo cinofili di Bari ed il nucleo elicotteristi di Bari-Palese.