Il Pd: “Difendiamo Cerrate: impianto incompatibile con paesaggio e abbazia”. Scorrano: “Si accertino dell’impianto ENI che sorge nei paraggi”

LECCE – Il Pd insieme alle forze di centrosinistra ha chiesto la convocazione del consiglio comunale per attivare una iniziativa politica di tutte le forze consiliari che avesse l’obiettivo di fermare la costruzione di un impianto di biometano nel sito indicato dai proponenti collocato “a distanza ravvicinata da Cerrate, con ricadute negative su importanti strutture turistico-ricettive ed eco-gastronomiche quali, solo per citarne alcune, tenuta Monacelli, masseria Melcarne e masseria Provenzani, in una zona già stressata nel corso degli anni dalla presenza di impianti estremamente impattanti sul territorio, presenza che richiede di valutarne l’impatto in modo cumulativo”.

“Abbiamo dovuto registrare l’assoluta sordità del governo di palazzo carafa ad ogni nostra richiesta ed in modo del tutto pretestuoso la sindaca si è sottratta al confronto ed anche a possibile intese unitarie sull’ordine del giorno da noi presentato, che a quel punto è stato votato solo dai consiglieri di minoranza – scrivono in una nota il PD di Lecce e il gruppo consiliare leccese – La destra ha ripetuto come un disco rotto che seguirà le procedure previste dalla legge, e ci mancherebbe altro, in verità si è nascosta dietro la conferenza dei servizi già convocata ma il vero obiettivo era quello di evitare l’approvazione di un indirizzo del consiglio comunale che esprimesse e facesse proprie le motivate, legittime e diffuse preoccupazioni del territorio per tale impianto. Stiamo parlando di un impianto alimentato da sansa e letame bovino composto da 4 silos alti 15 metri con 3 lagune, veri e propri piccoli laghi, per il deposito della sanza di 20mila metri quadrati, a 500 metri dall’Abbazia di Cerrate.

Ma l’amministrazione Poli ha fatto finta di non sentire ed ha perso cosi una occasione per dimostrare con i fatti che crede davvero nella partecipazione. Avrebbe potuto accogliere la proposta di indire l’istruttoria pubblica coinvolgendo tutti gli attori del territorio nella discussione sull’impianto e non lo ha fatto mostrando così che la partecipazione va bene solo “a parole” per il resto si chiudono gli occhi davanti ai guasti ed ai danni gravi all’ambiente ed al paesaggio che certamente produrrà quell’impianto che il territorio non vuole e che si è visto calare dall’alto sulla propria testa”.

REPLICA DELL’ASSESSORE GIANPAOLO SCORRANO ALLA NOTA DEL PD LECCESE SULL’IMPIANTO DI BIOMETANO

A stretto giro replica l’assessore all’Urbanistica di Lecce, Gianpaolo Scorrano: “Con riferimento al comunicato stampa del PD Leccese, sarebbe doveroso che la segreteria cittadina del PD e il gruppo consiliare spiegassero ai cittadini (di Lecce, Surbo e Trepuzzi) perché poco più di un anno addietro preferirono astenersi (cons. Povero e Rotundo) sulla mozione del sottoscritto, poi bocciata dalla maggioranza Salvemini di cui facevano parte integrante, che chiedeva esclusivamente verifiche e maggiori controlli sull’impianto Eni già realizzato e tuttora funzionante sul territorio di Surbo, a confine con quello di Lecce.

Perché non chiedono oggi che vengano rispettate tutte le svariate prescrizioni formulate da Arpa Puglia dopo il sopralluogo sull’impianto (a seguito della sopra richiamata mozione) e che a tutt’oggi sembrerebbero non essere state ancora ottemperate (vasche ancora aperte e non chiuse) con le immaginabili conseguenze del caso, soprattutto odorigene (vedasi Masseria Trapanà).

Come fanno, questi egregi signori, a parlare -oggi- di tutela dell’ambiente e del territorio proprio loro che, insieme a Salvemini, erano tra i primi sostenitori dell’impianto di compostaggio che avrebbe dovuto sorgere a Masseria Ghetta.

Non si può affermare sempre tutto e il contrario di tutto a seconda di come tiri il vento: se c’è una cosa che appartiene allo scrivente assessore è proprio la coerenza, concetto che evidentemente sfugge a chi oggi scrive e si oppone in maniera sterile anziché lavorare -come ha fatto il sottoscritto insieme a tanti sindaci della nostra provincia- per modificare e limitare -attraverso le osservazioni al DDL RP n. 222- le cosiddette aree idonee dove poter realizzare questo tipo di impianti.

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, soprattutto se dimostra di non conoscere neanche le norme e le leggi che regolano la realizzazione di impianti di produzione di quelle energie rinnovabili di cui sono stati sempre accaniti sostenitori. Basta fumo negli occhi dei cittadini: l’amministrazione di Lecce sta già facendo e continuerà a fare tutto ciò che è nelle sue possibilità secondo legge. Il resto è solo chiacchiericcio da bar e propaganda elettorale”.