RSA in crisi e costi proibitivi per il ricovero degli anziani non autosufficienti. Associazioni in rivolta. Perruggini: “Si adeguino le tariffe: subito un tavolo”

PUGLIA – I vertici della sanità pugliese non stanno affrontando con la dovuta attenzione l’emergenza occupazionale che sta travolgendo le RSA e le enormi difficoltà delle famiglie, che tra liste d’attesa lunghe e costi al di sopra delle possibilità, si sentono abbandonate. Il Codacons di Campi Salentina, per bocca del responsabile avvocato David Cantoro, ed i comitati degenti del San Raffaele di Sannicandro, Troia e Campi Salentina e il comitato dei famigliari e pazienti dell’ospedale Don Uva di Foggia, lanciano l’allarme: “La delibera regionale 1293/2022 mette a rischio il diritto alla salute dei cittadini!”.
“Le conseguenze che derivano dall’aumento della quote di compartecipazione a carico dei degenti delle Rsa convenzionate di Puglia, dopo il passaggio dal 30 al 50%, sono devastanti – scrivono – Le famiglie di persone non autosufficienti si trovano a dover pagare rette mensili di € 1.600 ed oltre!
Una cifra folle, che spessissimo supera la pensione che spetta ad un ricoverato.
Questo aumento rappresenta un duro colpo per le famiglie, già provate dalla crisi economica. Molti anziani ed i loro cari sono costretti a rinunciare a cure essenziali o a beni di prima necessità per far fronte a queste nuove spese. Questa misura addossa il carico assistenziale sulle famiglie, con gravi ripercussioni sulla conciliazione vita-lavoro. Sono innegabili le gravi ripercussioni sulla qualità di vita di centinaia di famiglie pugliesi.
A questo si aggiungano le varie problematiche proprie di ogni struttura, quali personale precario e numericamente ridotto rispetto al fabbisogno, richieste illegittime di arretrati per decine di migliaia di euro, tariffe non conformi alle Rsa di mantenimento e altro.
Questa è una bomba sociale che sta per esplodere e coinvolge Regione Puglia, Comuni, personale delle Rsa e familiari dei degenti presenti e futuri.
Gli anziani ospiti delle RSA sono persone particolarmente vulnerabili, spesso affette da patologie croniche e con limitate capacità economiche. Aumentare i costi a loro carico significa mettere a rischio la loro salute e il loro benessere.
Questa decisione penalizza coloro che hanno dedicato la vita al lavoro e alla famiglia, e che ora si trovano in una situazione di difficoltà.
Senza contare che l’aumento delle rette potrebbe portare alla chiusura di alcune RSA, limitando l’accesso a servizi essenziali per gli anziani non autosufficienti.
Per questo Codacons di Campi ed i comitati dei parenti dei degenti non intendono accettare passivamente la cancellazione del diritto alla salute, né di essere travolti da questa crisi. Chiedono alla Regione di rivedere urgentemente questa decisione e di adottare misure alternative che tutelino i diritti degli anziani e delle loro famiglie. Chiedono che, in conformità con la pronuncia della Corte Costituzionale 195/2024, in un contesto di risorse pubbliche limitate, siano ridotte prima le spese non essenziali e solo dopo quelle destinate a garantire i diritti fondamentali, come il diritto alla salute.
Al contempo invitano tutti i comitati ed i singoli cittadini ad unirsi a questa battaglia, contattando Codacons – sede di Campi Sal. utilizzando la mail: codaconscampisalentina@gmail.com e gli altri comitati, tramite le loro pagine Facebook e canali social. Allo stesso modo sarà possibile conoscere le date e i luoghi delle iniziative che verrano intraprese”. I problemi sono enormi anche per le stesse strutture private, che attraversano una crisi economica senza precedenti a causa del mancato adeguamento delle tariffe (che sono ancora basate sulla situazione economica del 2019). Il presidente dell’associazione di categoria Welfare a Levante, Antonio Perruggini, insiste sulla necessità di un tavolo istituzionale urgente: “

La revisione delle tariffe è un punto fondamentale delle relazioni con la Regione Puglia poiché sono riferite agli indici Istat del 2015 quindi in un’epoca antecedente al Covid e alle complicazioni geopolitiche internazionali che hanno fatto schizzare i prezzi dell’energia e delle materie prime. Occorre un incremento del 20% per garantire servizi e adeguamenti contrattuali relativi all’aumento delle retribuzioni dei lavoratori che riteniamo giustissimo ma la Regione deve fare la sua parte.

Inoltre la Regione deve considerare il gravoso impatto delle tariffe sulle famiglie che come ha disposto il Consiglio di Stato devono affrontare il 50% delle rette con impegni economici proibitivi. La soluzione è quella di sostenere finanziariamente i Comuni affinchè con il loro intervento sulla quota sociale delle rette si possa contenere l’incidenza di quel 50% per le famiglie a basso reddito e pensionati.

Al tempo stesso vi è la questione di un altro ulteriore numero di pazienti affetti da Alzheimer che la Regione definisce di ‘estensiva’ che per legge sarebbero a carico delle Asl per il 100% della retta ma solo per 60 giorni come se un ammalato di Alzheimer dopo 60 giorni possa guarire. È un evidente ossimoro da rimuovere con urgenza affinchè non vengano indeboliti i bilanci delle strutture con naturale rischio per la tenuta dei livelli occupazionali.

Anche per questo e per molte altre criticità abbiamo chiesto l’istituzione di un Tavolo Permanente dedicato al settore che è evidentemente urgente”.