Continua senza sosta la lotta da parte dei Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Lecce, al fenomeno legato all’economia sommersa, con particolare attenzione alla repressione del fenomeno legato al cosiddetto “lavoro nero”.
In questi ultimi giorni, i Finanzieri della Tenenza di Casarano hanno individuato un’azienda di Ruffano (Le), operante nel settore del tessile che, approfittando della location piuttosto defilata rispetto al centro cittadino, si avvaleva di ben otto lavoratori “in nero”.
Il servizio che ha portato al risultato evidenziato si è svolto mediate un preliminare lavoro di appostamento che ha consentito ai Militari, dapprima di individuare il numero dei dipendenti dell’azienda in questione e poi, successivamente, attraverso l’incrocio dei dati acquisiti dall’iniziale lavoro di osservazione con quelli scaturenti dalle dichiarazioni rese dai lavoratori in sede di intervento, di verificare per ognuno di loro le reali mansioni svolte, l’effettivo impiego nell’arco dell’intera giornata e la data di inizio del rapporto lavorativo.
Successivamente all’intervento delle Fiamme Gialle, l’imprenditore provvedeva a regolarizzare fiscalmente la posizione lavorativa dei dipendenti “in nero” ed a versare nelle casse dello Stato le relative ritenute non operate e non versate a partire dalla data in cui gli stessi avevano dichiarato di essere stati assunti, seppur “in nero”.
Le violazioni constatate in materia di “lavoro nero” saranno comunque inoltrate, nei termini di legge, agli Uffici competenti ai fini dell’irrogazione delle previste sanzioni amministrative.
L’impiego di manodopera “in nero” e/o “irregolare” è punito con una sanzione amministrativa da 1.500 a 12.000 euro per ciascun lavoratore, maggiorata di 150 euro per ogni giornata di lavoro effettivo, cui si aggiunge una sanzione per l’omesso pagamento dei
contributi e premi, riferiti a ciascun dipendente, non inferiore a 3.000 euro indipendentemente dalla durata della prestazione lavorativa accertata.