Avrebbero tentato il 25 giugno scorso di rapinare un bar . Per questo motivo sono scattate le manette per Giuseppe Russo, 28enne e Pasquale De Michele, 23 anni, entrambi di Campi Salentina.
Tutto è iniziato in seguito a una rapina a mano armata tentata poco dopo la mezzanotte del 25 giugno scorso.
In quell’occasione gli avventori del “Santamaria”, noto bar del centro storico di Campi Salentina a due passi dalla chiesa monumentale intitolata a Santa Maria delle Grazie, stavano vivendo la tipica serata gradevole di inizio estate.
A sconvolgere quel quadretto pensarono però i due giovani con volti travisati che, attraversata a piedi la piazza antistante, si presentarono nel locale per rapinarne l’incasso.
Uno dei due entrò nel bar pistola in pugno, contando sul fattore-sorpresa per impadronirsi del registratore di cassa; il complice, invece, si fermò sulla soglia per coprirgli le spalle.
Il tutto davanti a decine di persone esterrefatte e impietrite.
Il blitz, però, fallì proprio sul più bello per la reazione di uno di titolari, che tentò di bloccare il rapinatore armato ingaggiando con lui una breve colluttazione; questi riuscì infine a divincolarsi e a darsi alla fuga con il complice per le stradine circostanti, lasciando però per terra la cassa e il relativo contenuto.
Immediatamente intervenuti, i carabinieri del N.O.R.M. della Compagnia di Campi Salentina rinvennero la pistola (giocattolo, ma privata del tappo rosso) abbandonato sotto un’auto parcheggiata nelle vicinanze.
Inoltre taluni dati – l’abbigliamento, la tecnica di assalto, il fatto che uno dei due rapinatori evidenziasse dei tatuaggi – gli permisero di far convergere sospetti su determinati malviventi di Campi, noti alle Forze dell’Ordine.
Sono cominciate così le indagini condotte dell’Aliquota Operativa, con un orecchio rivolto anche alle voci di paese.
E nel giro di pochi giorni il mistero è stato definitivamente risolto con la messa a fuoco del ruolo di Giuseppe RUSSO e Pasquale DE MICHELE.
E da ieri entrambi sono sottoposti a misure cautelari: il primo in custodia cautelare in carcere, il secondo agli arresti domiciliari.
Tanti gli elementi raccolti dagli investigatori: tra quelli determinanti, la fisionomia dei due; i tatuaggi del RUSSO, infine riconosciuti da testimoni; il fatto che la mascheratura goffa avesse lasciato intravvedere alcuni tratti dei volti; il fatto che i due giovani avessero tentato la rapina con lo stesso abbigliamento indossato alcuni minuti prima, allorché si erano presentati al bar come normali clienti.
E proprio su richiesta del Pubblico Ministero, il G.I.P. ha infine emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del RUSSO (in quanto giudicata unica misura adeguata a tutelare le esigenze di tutela della collettività), mentre per il DE MICHELE sono stati ritenuti sufficienti i meno gravi arresti domiciliari.
Entrambi i provvedimenti sono stati eseguiti dai militari del locale Nucleo Operativo e Radiomobile; per il RUSSO è scattata anche la traduzione immediata presso la Casa circondariale di Lecce – Borgo S. Nicola